AgendaDigitale, 14/03/2019, Alessandro Lavarra
Nuovo piano triennale Agid: tante buone carte per cambiare la PA (finalmente)
Contenuti di qualità, chiarezza dei ruoli e strategia coerente con quanto fatto fino ad ora, ben esposta e supportata da progetti concreti.
Sono questi gli elementi che emergono a una prima lettura del nuovo Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2019-2021. Un documento da cui traspare la volontà di colmare il gap con i partner europei in tema di digitalizzazione della Pubblica amministrazione e che rappresenta uno strumento efficace e un buon punto di riferimento che i Responsabili della transizione digitale, dovranno tenere a portata di mano nell’adempimento della propria funzione.
Restano, ovviamente, anche dei nodi importanti, tra i quali il necessario, quanto difficoltoso, salto culturale delle amministrazioni periferiche e quello delle risorse e delle competenze necessarie per portare avanti il piano in maniera omogenea in tutte le amministrazioni.
Indice degli argomenti
Le principali novità del nuovo Piano triennale
Il quadro di riferimento
Componenti tecnologici e di governance della trasformazione
Il modello di interoperabilità
Qualità dei servizi
Considerazioni finali e note di indirizzo
Conclusioni
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l modello di interoperabilità
Il modello di interoperabilità è un asse portante del Piano Triennale e rende possibile la collaborazione tra pubbliche amministrazioni e tra queste e soggetti terzi (cittadini e imprese). Il Modello è progettato in coerenza con i principi nell’ambito del programma Interoperability solutions for public administrations, businesses and citizens . Il modello favorisce l’attuazione del principio once only secondo il quale le PA devono evitare di chiedere ai cittadini e imprese informazioni già fornite.
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Nello specifico, definisce gli standard che le PA utilizzano per assicurare la comunicazione tra i propri sistemi informatici e tra questi e soggetti terzi, qui è esplicitato il ruolo operativo di Agid sia per la scrittura di linee guida sia per l’impegno a costituire e mantenere il catalogo dei servizi API della PA.
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L’insieme di amministrazioni che hanno composto il panel è rappresentato da:
19 Amministrazioni Centrali (Ministeri, Agenzie fiscali, INPS, INAIL e ACI) – PA centrali.
21 Amministrazioni Regionali e Province Autonome – Regioni.
14 Città Metropolitane – PA locale.
14 Comuni capoluogo delle Città Metropolitane (sopra i 150.000 abitanti) – PA locale.
distribuite su tutto il territorio nazionale.
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NdR
Visto il panel ora capisco perché nessuna riforma finalizzata alla digitalizzazione e ammodernamento della PA potrà forse mai raggiungere i suoi obiettivi
Non si tiene conto delle migliaia e migliaia di altre PA che sono sotto quelle dimensioni e che si trovano nei punti nodali della rete e che avendo ben altri problemi da affrontare quotidianamente non possono certo attuare ed applicare quanto previsto dal piano (ma neanche ancora pienamente la 241 del 1990).