Mi Riconosci?, 15/06/2019
Autonomia differenziata per i beni culturali: ma che sta accadendo?
Avrete notato che da due settimane non si parla più di riforma del MiBAC. Il motivo è semplice: la trattativa sull’autonomia regionale tra Lega e 5 stelle.
Anche se la cosa ha avuto ben poco impatto giornalistico, i Beni Culturali sono uno degli argomenti del contendere, come rivelano fonti governative. E le bozze di intesa pubblicate da ROARS, e datate 16 maggio, danno l’idea di quanto e come si stia contendendo. Le trovate a seguire.
Leggendo quelle bozze scopriamo un Ministero dei Beni Culturali che aveva offerto alle regioni di gestire solo alcuni siti meno redditizi (perché sì, il criterio è quello, dato che non si può in nessun modo considerare “minori” musei come quello della Val Camonica) e il patrimonio librario. L’offerta era stata seccamente rifiutata dalle Regioni che chiedono l’Autonomia, in particolare Lombardia e Veneto, che puntano a ottenere la gestione totale del Patrimonio culturale locale. E questo prima del trionfo della Lega alle elezioni europee.
Alla luce di quella bozza, si comprende il senso della bislacca e malfatta riforma ultracentralista proposta da Alberto Bonisoli: rendere inefficace l’autonomia regionale. Il piano è fallito, si è sciolto come neve al sole alla fine di giugno.
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Ci sarà tempo e modo per parlare di autonomia nel merito, ora, con queste righe, ci preme solo informarvi di cosa sta accadendo, invitarvi a leggere le bozze (che non corrisponderanno di certo al risultato finale, il quale potrebbe essere di gran lunga peggiore), e farvi notare che i nostri governanti si stanno scambiando pezzi del nostro patrimonio culturale come fossero figurine.
Fermiamoli.
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