da Direttivo ANAI Lomb. » 28/03/2012, 10:46
Per il nuovo Direttivo si candidano i membri del Direttivo uscente:
Francesco Cattaneo
Primo Ferrari
Camilla Occhionorelli
Viviana Rocco
Maria Teresa Sillano
Di seguito sintesi dell'attività svolta e programma per la futura
Tempi grami. In generale. Per gli archivi. E anche, com’è ovvio, per gli archivisti.
Basti pensare ai tagli alla spesa per la cultura, al blocco delle assunzioni, e ancora, in generale, alla riforma del lavoro e alle sue ripercussioni sul nostro settore, tanto per i non garantiti che per i garantiti. E a quello che ci aspetta nei prossimi mesi e anni.
Difficile in questa situazione costruire un programma di lavoro.
Ci proviamo in due tempi: un bilancio del (poco o tanto) fatto e una proposta.
Si può essere autocritici fin che si vuole, ma così si risolve poco, forse. Il fatto è che la modestia delle risorse di cui abbiamo sofferto in questi anni si è riflettuta inesorabilmente sulla capacità operativa.
Comunque…
questo direttivo ha affrontato alcuni temi:
1. la formazione. Forse il settore più presidiato e con risultati ci pare non disprezzabili. Sono stati organizzati numerosi corsi, da quelli di base per coloro che approcciano la professione a quelli per dipendenti di enti locali, a quelli specialistici come gli archivi fotografici, o quelli sindacali o d’impresa. Si è mantenuta anche una collaborazione costante con la Soprintendenza e con la Regione Lombardia, istituzioni con le quali si sono effettuati interventi di rilievo.
2. la comunicazione. Per merito esplicito di due archivisti/operatori, ma anche col contributo imprescindibile del Direttivo, è stato allestito il forum Archiviando, che ha una attività ormai rilevante, promuovendo il dibattito e l’informazione. Si può discutere, e pensiamo che lo si farà nell’assemblea, sui modi di gestione, sui rapporti redazionali, su errori o difetti comunicativi, ma resta indubbio che il forum rappresenta una delle poche novità su questo terreno nel nostro ambito.
3. la discussione sulla professione e la categoria. Si tratta del tema dei temi. Purtroppo, il dibattito in merito è fin qui insufficiente e insieme ineludibile. Proprio le condizioni generali del settore (stato delle istituzioni e delle strutture, finanziamenti, occupazione, innovazioni tecniche e disciplinari, ruolo della professione e sue prospettive, solo per accennare ad alcuni temi) richiedono un’elaborazione e un pensiero specifici, terreno su cui oggi siamo tutti largamente deficitari. Avere contribuito anche a livello nazionale con interventi nelle istanze associative su questi terreni pensiamo debba essere contabilizzato nel bilancio associativo.
4. la presenza nel dibattito nazionale. La sezione lombarda ha dato un contributo attivo al congresso nazionale dell’associazione, sollevando temi che hanno visto eguale attenzione anche da parte di altre ANAI regionali.
Ripartiamo da qui. Prendendo alcuni impegni, che, a specchio, dicono delle insufficienze patite nella nostra attività.
1. la trasparenza e la comunicazione. A questo direttivo è stata rivolta l’osservazione di non essere stato tempestivo ed esauriente nell’informazione. Non ci tiriamo indietro di fronte al problema. E proponiamo una modalità più completa di rapporto con gli iscritti. Consapevoli peraltro che questo richiederà una quota supplementare di lavoro. Cosa non facile da garantire e da affrontare. Peraltro, la comunicazione scritta non esaudisce le necessità in questo campo. Forse sarà necessario convocare più riunioni o più assemblee. Ben sapendo, peraltro, che molti soci non hanno poi tanto tempo da offrire gratuitamente. Comunque, la modalità più efficace resta il forum, attorno al quale occorre però aprire una discussione sulla gestione. Proponendo magari la costituzione di una redazione.
2. la formazione. Forse non sarà facile fare di più di quanto fatto finora. È opportuno avere dagli stessi iscritti suggerimenti e indicazioni. Così come una partecipazione diretta alla progettazione e alla tenuta dei corsi o delle giornate o delle conferenze o dei seminari. Anche in questo caso, un contributo di elaborazione in una struttura formalizzata come una commissione di lavoro consentirebbe un notevole potenziamento di questa attività, altrimenti destinata a pesare sulle spalle di due o tre persone, per tutti gli adempimenti organizzativi. Alcuni temi sono già all’ordine del giorno:
-corsi di base (o di alfabetizzazione archivistica)
-corso su archivio di deposito e sulle sue problematiche
-corso sugli audiovisivi
-corso avanzato sugli archivi d’impresa.
Altri si possono aggiungere, secondo indicazioni dell’eventuale commissione o su suggerimenti individuali.
3. riprendere strutturare approfondire la discussione sulla professione e i suoi destini. Negli anni scorsi avevamo tentato di affrontare la questione non solo all’interno della categoria degli archivisti, ma cercando contatti anche col sindacato e altre associazioni professionali. Ma un lavoro di questo tipo va tematizzato e organizzato. Oggi nella professione la maggior parte dei lavoratori è costituita da free lance, cocopro, e mille altre forme di rapporto contrattuale (agenzie, cooperative, liberi professionisti e via e via). Ma nell’associazione la presenza di questa tipologia di lavoratori è assolutamente non in linea con la realtà della professione praticata. Oggi a occupare la scena sono ancora e sempre i lavoratori garantiti, nelle grandi e piccole istituzioni: archivi di stato, soprintendenze, regioni, province e comuni. Questo ha garantito all’associazione stessa un indiscutibile prestigio culturale e scientifico, ma una scarsa rappresentatività sindacale e politica. Occorre rompere questo dualismo e tenere in stretta relazione questi due aspetti. Il che significa, prima di tutto, mettere esattamente a fuoco lo stato della categoria, sia dal punto di vista della conoscenza delle cose (quanti, cosa fanno, dove sono), sia della discussione. Nell’ultimo congresso nazionale questo tema era emerso con forza nel dibattito assembleare. Non ci pare siano seguite iniziative. Si tratta di recuperare. Su questo il direttivo uscente propone un intervento organico e strutturato.
Infine. C’è un forte bisogno di rinnovamento dei quadri dell’associazione, ma questo non può avvenire tramite investitura o una rivoluzione dall’alto. Occorre che forze nuove si facciano avanti. Candidandosi. Assumendosi responsabilità.
il Direttivo uscente