Il Manifesto, 01/10/2015:
Quinto stato
«Siamo 57 milioni freelance negli Stati Uniti, il lavoro non è gratis e si paga»
Quinto Stato. Storia della Freelancers Union, il più grande sindacato al mondo dei freelance che ha inventato il mutualismo del XXI secolo. Oggi organizza la lotta contro il lavoro gratis a New York. Pubblicata la seconda indagine sul lavoro indipendente negli Stati Uniti: un terzo della forza-lavoro attiva è a partita Iva, intermittente, precaria. Nell’ultimo anno 700 mila persone hanno scelto di diventare freelance.
«Siamo la forza-lavoro del futuro». Questa espressione ricorre nei discorsi di Sarah Horowitz, avvocatessa del lavoro e fondatrice nel 1995 della Freelancers Union (FU) americana, il più grande sindacato del lavoro indipendente al mondo con 272 mila iscritti. Al centro del dibattito mondiale sulle trasformazioni del lavoro, la FU è diventata in vent’anni un modello di riferimento organizzativo per chi vive e lavora al di fuori del lavoro salariato, subordinato e dipendente. Il termine «lavoro indipendente» comprende ciò che in Italia chiamiamo «partite Iva», i lavoratori monocomittenti tra microimpresa e cooperazione, a cui Horowitz aggiunge quelli a termine, a contratto, a giornata, a chiamata o part-time. La «nuova forza-lavoro» è composta da queste tipologie che animano tanto l’economia «uberizzata» (dal nome del colosso Usa di autisti freelance affittati con lo smartphone), quanto la più ampia economia della condivisione («sharing economy»).
Quando si parla di «start up» si parla di freelance, e non di imprenditori individuali. Che differenza c’è? I primi mettono il lavoro, i secondi i capitali (se li hanno). Quanti sono i freelance negli Usa? I contrattisti indipendenti e quelli ...
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