che, credo, stavolta centra proprio il nocciolo della questione. Il tutto gli è sorto in relazione
ad un articolo sulla dematerializzazione.
Sostiene che gli archivisti sono i primi, ormai da decenni a dematerializzare veramente
i documenti cartacei "attraverso la distruzione fisica dei documenti ritenuti inutili".
Vero, verissimo!
Dal momento che norme e tecnologie sono ancora
inconciliabili sul fronte della sicurezza,
non sarebbe forse maggiormente opportuno procedere ad una selezione
e quindi allo scarto archivistico incaricando
centinaia di archivisti liberi professionisti
e risparmiare spazio, costi di conservazione, di
economato, di patrimonio, etc.?
Magari! Basterebbe solo applicare con giusta discrezionalità il manuale
e saremmo già a buon punto.
Io aggiungo che anche dello scarto formale si parla poco.
Per queste ragioni, ho bisogno di alcuni dati da parte degli enti vigilati
e da parte delle commissioni di sorveglianza che chiedo a tutti voi.
Mi serve dunque cortesemente sapere a quando risale l'ultimo scarto,
quanti metri lineari (o quintali) di documenti
sono stati scartati o se è in corso uno scarto.
Possibilmente, entro il 30 settembre 2009.
Grazie, alla prossima.
Più che i metri lineari servirebbe sapere quali documenti si propongono
per lo scarto e con quale durata nel tempo. Per gli enti locali ad esempio
non esiste un elenco nazionale di riferimento risconosciuto istituzionalmente
che ovviamente tenga conto delle singole particolarità locali.
Si pensi che per noi lombardi viene dato come riferimento un massimario
di selezione e scarto elaborato dai toscani!
Sergio P. Del Bello