19/04/2016, di Marco Sarti
La scomparsa degli Archivi di Stato, così l’Italia distrugge la sua storiaIl 94 per cento dei dirigenti archivisti ha più di cinquant’anni, il 66 per cento ha superato i sessanta. Tra poco andranno in pensione. E senza archivi gli storici non possono lavorareL’Italia è un Paese che rischia di perdere la memoria. Un passato collettivo scritto nero su bianco e conservato negli oltre cento Archivi di Stato. Fascicoli su fascicoli, milioni di documenti, custoditi da funzionari che tra pochi anni andranno quasi tutti in pensione. Nelle 101 strutture preposte sono conservati 1.600 chilometri di scaffalature. A gestire l’enorme memoria pubblica sono 621 dirigenti archivisti del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Un gruppo di esperti in via di estinzione.
Come denuncia la deputata del gruppo Democrazia Solidale - Centro democratico Milena Santerini, il 94,6 per cento di loro ha più di cinquant’anni. Il 66,3 per cento supera i sessanta. Nel giro di pochi anni si saranno tutti ritirati dal lavoro. «La stragrande maggioranza - si legge in una interrogazione presentata pochi giorni fa a Montecitorio - guadagneranno il riposo lasciando a gestire uno dei patrimoni archivistici più preziosi al mondo i 29 funzionari che oggi hanno meno di cinquant’anni e i 4 che hanno meno di quarant’anni».
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custodire e catalogare la nostra memoria storica sono 621 dirigenti archivisti. Il 94 per cento ha più di cinquant’anni. Il 66,3 supera i sessanta. Nel giro di poco tempo saranno tutti in pensione
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Per la manutenzione e la sicurezza degli Archivi di Stato sono stati investiti 25 milioni di euro per il triennio 2016-2018. E ogni anno gli affitti degli immobili superano i 17 milioni
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