del progetto Prestoprime sul tema della conservazione con particolare
attenzione al monitoraggio attivo e dei metadati:
PRESTOPRIME, un progetto europeo sul digital archiving
14 organizzazioni, tra cui archivi, musei, broadcaster, università e imprese,
e 6 Paesi coinvolti: un progetto finanziato dalla Commissione UE ha portato
alla realizzazione di un kit open source che monitora lo stato di salute dei
contenuti digitali
Il progetto PRESTOPRIME ha una durata di 4 anni ed è stato finanziato con 8 milioni di euro. Sul sito della Commissione Europea, con il contributo di Daniel Teruggi, compositore e ricercatore presso l’Istituto Nazionale Audiovisivo francesce, nonché coordinatore del consorzio del progetto, se ne presentano le principali caratteristiche e finalità. Dalla lettura dell’articolo si apprende che le attività di progetto hanno già portato alla realizzazione di una suite, composta da strumenti open source, scaricabile e utilizzabile da chiunque interessato per monitorare lo stato di salute dei propri contenuti digitali, analizzarne i rischi relativi alla preservazione nel lungo periodo, e farsi un’idea delle attività e dei costi che occorrerebbe sostenere per mettere in atto strategie e iniziative di conservazione digitale. “Archiviare nell’era digitale non può essere un processo passivo – spiega Teruggi – occorre un approccio attivo ed è per questo che proponiamo di analizzare, monitorare e controllare periodicamente i contenuti al fine di garantirne l’integrità e la conservazione a lungo termine”. Nell’articolo si paragona questa filosofia a quella alla base dei sistemi di conservazione e trasporto dei cibi, ma Teruggi non manca di sottolineare alcune difficoltà aggiuntive.
''Ci sono sicuramente analogie con quell’approccio, ma noi dobbiamo fronteggiare una maggiore complessità. Se il cibo sta andando a male, comincia a puzzare, mentre per quanto riguarda i contenuti digitali non c’è alcun campanello d’allarme sensoriale. Spesso ci si rende conto che un file è danneggiato, o irrimediabilmente compromesso, molto tempo dopo l’avvio del processo di corruzione, e ormai fuori tempo massimo per provare a rimediare in qualche modo”.
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