Progetti di dematerializzazione

Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 08/10/2023, 18:13

Agenda Digitale, 26/09/2023, Michele Nastri, Notaio in Ercolano

Certificazione di processo per la dematerializzazione degli archivi: il caso dell’ospedale Cardarelli

L’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale Cardarelli di Napoli ha intrapreso un progetto di dematerializzazione di ventimila cartelle cliniche tramite certificazione di processo: ecco come funziona questa metodologia

Indice degli argomenti
La normativa di riferimento
Le copie informatiche di documenti analogici
La libertà degli operatori
I vantaggi della certificazione di processo
Il valore probatorio
Il caso Cardarelli di Napoli
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Le Linee Guida (Determinazione AGID 407/2020, modificate con Determinazione 371/2021) contengono i parametri e le metodologie per procedere alla certificazione di processo. In particolare la certificazione di processo è regolata dall’Allegato 3.

Le Linee Guida, oltre a poter essere modificate nel tempo frequentemente e con grande semplicità, pongono le condizioni generali perché il processo certificato possa rientrare nelle prescrizioni del CAD, ma non vincolano in modo stringente, lasciando agli attori la responsabilità di scegliere il livello effettivo di garanzia di conformità da raggiungere.
Per gli archivi della P.A. occorre poi tenere conto che gli stessi, se appartenenti allo Stato, alle Regioni e agli altri enti pubblici territoriali, sono per legge beni culturali (art. 10 D.Lgs. 42/2004) e che l’esecuzione di opere di qualunque genere (ivi comprese le operazioni necessarie per la dematerializzazione) sono soggette ad autorizzazione del Ministero della Cultura (art. 21 D.Lgs. 42/2004).
...
Il caso Cardarelli di Napoli
L’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale Cardarelli di Napoli, in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, e con il partner tecnico SA Documents ha realizzato con esito positivo il processo pilota di dematerializzazione di 20.000 cartelle cliniche (su un totale di circa 4.700.000 che costituiscono l’archivio). Tale processo, che ha visto chi scrive intervenire nelle fasi preparatory, ed in quelle operative quale notaio verbalizzante, ha realizzato una dematerializzazione (a quanto consta pressoché unica per natura e portata) di un archivio di grandi dimensione, ancorché tuttora parziale, attraverso la certificazione di processo.

L’iniziativa passo per passo
Sulla base dell’analisi tecnologica e normativa fin qui descritta, e del progetto PRODE (PROcesso di DEmaterializzazione in qualità) la sperimentazione del Cardarelli ha previsto la realizzazione, e la prova sul campo, di tutte le fasi fondamentali della certificazione di processo:

l’individuazione del corpus documentale, la sua classificazione e normalizzazioni;
l’autorizzazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania;
l’individuazione delle modalità operative e delle eccezioni (documenti non digitalizzabili);
l’individuazione di una metodica, degli strumenti e la costanza delle modalità attuative;
la redazione dei verbali di certificazione di processo iniziali e finali (nello specifico un verbale di certificazione iniziale e quattro verbali di certificazione finali per i quattro lotti da cinquemila in cui erano state divise le ventimila cartelle).
Il risultato è stato positivo ed ampiamente rientrante nei parametri di errore massimo prescelti in base agli standard, con piena realizzazione degli obiettivi previsti.
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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 04/07/2020, 18:15

Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria

“Progetto per la digitalizzazione degli Statuti comunali umbri” - video di presentazione del progetto

Uno dei più importanti progetti di tutela e valorizzazione che ha elaborato e sta realizzando la Soprintendenza che vedrà nel corso del 2020 il coinvolgimento dell'Archivio storico del Senato della Repubblica, dell'Archivio di Stato di Roma, della Biblioteca nazionale centrale di Firenze e di altri importanti Istituti italiani.
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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 29/06/2020, 8:40

AgCult, 26&06/2020

Beni culturali e trasformazione digitale: Ue cerca feedback, al via consultazione

L'obiettivo è proporre uno strumento politico più adeguato a supporto della trasformazione digitale del patrimonio culturale.
La consultazione pubblica si svolgerà fino al 14 settembre

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La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulle opportunità offerte dalle tecnologie digitali per il settore dei beni culturali. L’invito è a fornire un feedback sulla Raccomandazione della Commissione (2011) sulla digitalizzazione e l’accessibilità in rete dei materiali culturali e sulla conservazione digitale. L'obiettivo è proporre uno strumento politico più adeguato a supporto della trasformazione digitale del patrimonio culturale. “I progressi nella tecnologia stanno aprendo nuove opportunità per digitalizzare il patrimonio culturale” sottolinea la Commissione ricordando che “il tragico incendio della cattedrale di Notre Dame, il 15 aprile 2019, dimostra l'importanza di digitalizzare e preservare la cultura, ad esempio, con la modellazione 3D di edifici, monumenti e altri siti del patrimonio”.

Recentemente è stata invece la pandemia e le misure di allontanamento fisico adottate in tutti gli Stati membri a evidenziare la necessità di un patrimonio culturale accessibile e i vantaggi di disporre di questi strumenti digitali. La consultazione è rivolta a cittadini, pubbliche amministrazioni, istituzioni per i beni culturali, organizzazioni e reti internazionali, l'ecosistema Europeana, aziende, organizzazioni di ricerca e università. Si svolgerà fino al 14 settembre e le opinioni raccolte alimenteranno l'eventuale revisione della raccomandazione del 2011.

#EUHaveYourSay
#DigitalEU
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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 13/06/2020, 17:10

BuoneNotizie.it, 12/06/2020, Martina Tolaro è curator ed editor freelance

Più di 30 milioni di volumi degli archivi statali sono a rischio estinzione.
La digitalizzazione, però, sta iniziando ad aprire nuove vie


Restauri assenti e degrado rendono difficile la consultazione di scritti, stampe, disegni e documenti storici. Ad aggravare il problema sono i furti registrati tra il 2011 e il 2019. La situazione precipita con l’emergenza da coronavirus che costringe la chiusura degli archivi, incentivando l’abbandono dei beni. Accade nel comune di Bisceglie, in Puglia, dove i documenti storici sono da mesi sbarrati al pubblico. Cresce dunque la necessità di digitalizzazione degli archivi per migliorarne la fruizione.

La ragione a tale mancanza si trova nel poco utilizzo dei volumi autentici. La consultazione tramite microfilm – supporto analogico che riproduce il documento in formato ridotto – pare sia infatti quella preferita ai polverosi libri. Di contro, però, le immagini rimpicciolite della riproduzione analogica ne compromettono la lettura.

Risulta dunque obsoleto l’attuale metodo di consultazione delle fonti originali. Motivo che spinge ulteriormente i lettori ad allontanarsi dal mondo degli archivi, preferendo sempre di più internet. Eppure la microfilmatura ha una sua sostituta 2.0 equivalente alla digitalizzazione: software e tecnologia permettono di riprodurre con facilità i manoscritti.

L’IMPORTANZA DELLA DIGITALIZZAZIONE
Oggigiorno in Italia la percentuale di archivi online è ancora bassa. Ciò nonostante la digitalizzazione appare fondamentale per ridare valore ai luoghi che detengono la memoria della nostra civiltà. Inoltre così si otterrebbe una vera democratizzazione della ricerca storica, incrementandone la qualità.

La restia apertura alle nuove tecnologie si riscontra già nelle scuole di specializzazione, troppo ancorate alla visione d’archivio come qualcosa di unico e immoltiplicabile. Tuttavia, già a inizio Duemila, arrivano negli istituti italiani le prime sperimentali metodologie di inventariazione tramite software.

Di lì a poco, in Toscana, nascerà il progetto AST (Archivi Storici Comunali Toscani) in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa. Attraverso l’utilizzo dei linguaggi metadati, gli inventari inseriti in AST riescono a “ricoprire” un notevole arco di tempo storico ed estendersi in tutta la regione.

FIRENZE LA CITTÀ PIÙ APERTA
Il primo archivio digitalizzato italiano è l’Archivio di Stato di Firenze, fruibile in rete grazie al progetto “Il Diplomatico” risalente al 1997. Del 2015 è invece il PAD (Progetto Archivi Digitalizzati) che vede la collaborazione della Scuola Normale Superiore di Pisa e della Società Informatica Umanistica. Il progetto riguarda le immagini relative alle 821 unità archivistiche più importanti della storia di Firenze: gli Statuti comunali (1292-1494), i Registri delle Provvisioni (1282-1532) e la Decima Granducale (1532-1832).

LA DIGITALIZZAZIONE DELL’ARCHIVIO DIOCESANO DI ALBENGA-IMPERIA (SV)
Il lockdown dei mesi scorsi non scoraggia il prestigioso progetto di Alma Oleari, direttrice dell’Archivio Diocesano di Albenga-Imperia. La digitalizzazione degli archivi e, dunque, l’importanza di un catalogo online sono gli obiettivi principali del progetto. Obiettivi perseguiti senza particolari indugi durante l’isolamento domiciliare.

Mediante questi strumenti, i ricercatori possono – con maggiore puntualità e rapidità – consultare i documenti in archivio. A caratterizzare il progetto è una rete di relazioni tra documenti diversi: cosa che permette persino all’utente meno specializzato di orientarsi con facilità nella ricerca.
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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 25/02/2020, 14:04

Gazzetta d'Alba, 20/02/2020, Marcello Pasquero

Alba, archivio digitale per 60mila pratiche

IL PROGETTO
Il Municipio di Alba lancia una grande sfida per la digitalizzazione dell’archivio del settore edilizia. Saranno molteplici i benefici, dalla riduzione dei tempi di attesa alla facilitazione del reperimento delle pratiche, senza contare la possibilità di svuotare gran parte degli archivi cartacei, liberando spazio prezioso e permettendo di spostare gli atti in magazzini di proprietà del Municipio. La digitalizzazione sperimentale delle prime mille pratiche, fortemente voluta dall’assessore all’urbanistica Fernanda Abellonio e dal capo di gabinetto del sindaco Leonardo Prunotto, è stata deliberata dalla Giunta comunale già il 17 ottobre scorso: si vuole ora arrivare in pochi anni alla digitalizzazione di tutto il grande archivio del settore edilizia albese

L’assessore Abellonio spiega: «L’obiettivo è riuscire a rendere fruibili al più presto le 47mila pratiche registrate dal 1967 al 2015, l’anno dal quale sono state automaticamente archiviate in modo telematico. Ultimato questo lavoro, la digitalizzazione dovrebbe spostarsi verso le altre 13mila pratiche archiviate dal 1942 al 1966, per un totale di 60mila faldoni».

Il 2019 è stato un periodo di grande fervore, con 1.300 pratiche edilizie presentate e 1.092 richieste di accesso agli atti: «Le richieste sono state 232 in più rispetto al 2018, quando furono 860; questo è dovuto alla crescita degli interventi edilizi di ristrutturazione e recupero degli immobili, più che a nuove costruzioni. L’accesso agli atti è un passaggio quasi obbligato quando si parla di edifici da ristrutturare, perché permette di preparare atti notarili o verificare la regolarità edilizia dell’esistente», aggiunge Abellonio. È facile capire l’importanza della digitalizzazione: «Ci aiuterà a creare un fascicolo degli immobili facilmente consultabile dai proprietari, dai professionisti e dall’ufficio tecnico, che sarà in grado in pochi giorni –meno di cinque, mentre ora ne occorrono quaranta – di ricostruire la storia di un fabbricato dalla sua progettazione fino alla richiesta».

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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 08/01/2020, 0:15

PMI.it, 06/01/2020

Dematerializzazione e digitalizzazione

Facciamo il punto sui processi di dematerializzazione documentale, alla base di ogni progetto di digitalizzazione di imprese ed enti pubblici.

Sono sempre di più in Italia gli enti pubblici e le aziende che si apprestano a realizzare progetti per dematerializzare la grande mole di documenti cartacei posseduti.
Questa attività si rende necessaria fondamentalmente per due motivi: il primo abbattere i costi di gestione degli archivi cartacei che, per la loro stessa esistenza, necessitano di spazi atti alla conservazione ed alla prevenzione del loro deterioramento; il secondo è eliminare i costi di consultazione fatta utilizzando personale, che comporta tempi molto più lunghi rispetto ad una ricerca informatizzata.

La dematerializzazione è un processo articolato e complesso, che non si può ridurre alla semplice azione volta all’eliminazione dei supporti documentali cartacei trasformandoli in digitali. Ciò è reso ancor più evidente se la dematerializzazione viene associata al concetto di “digitalizzazione”, che nell’ambito documentale è intesa appunto come quel processo volto a ripensare processi e procedimenti dal cartaceo a un più efficiente contesto digitale.
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Digitalizzazione
I processi di digitalizzazione sono relativi alla riorganizzazione ed all’efficientamento dei procedimenti e dei servizi resi disponibili on line agli utenti, partendo dai documenti dematerializzati.

Alcuni progetti attualmente in itinere presso gli enti pubblici prevedono la dematerializzazione delle pratiche edilizie o di documenti simili partendo dal presupposto, verificato a livello nazionale, che negli Enti Locali sono ancora presenti, in questo settore, molti dati cartacei soprattutto relativi alle pratiche più datate ma anche, in parte, relativi a pratiche più recenti.
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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 18/06/2019, 14:55

Agndadigitale, Giovanni Manca, consulente, Anorc, 13/06/2019

Sottoscrizioni informatiche, le linee guida Agid in vigore : ecco le novità dopo i rilievi Ue

Nel testo delle linee guida in vigore sulla “generazione di certificati elettronici qualificati, firme e sigilli elettronici qualificati e validazioni temporali elettroniche qualificate” le regole obbligatorie sono state ridotte al minimo e non contengono esplicite o dirette indicazioni. Ecco cosa cambia

Sono vigenti le “Linee guida contenenti le Regole Tecniche e Raccomandazioni afferenti la generazione di certificati elettronici qualificati, firme e sigilli elettronici qualificati e validazioni temporali elettroniche qualificate” emanate da AgID con la Determinazione 147 del 4 giugno 2109.

Rispetto al testo commentato in un precedente articolo si rileva che è fortemente mutato lo scenario operativo per le regole obbligatorie e di quelle raccomandate. Questo per i commenti pervenuti direttamente dalla Commissione Europea al testo notificato a Bruxelles.

La piena operatività delle linee guida avrà un impatto sul sistema della convalida delle firme elettroniche e delle marche temporali. Non potrà quindi più essere accettato dalle pubbliche amministrazioni solo il formato CAdES noto per la sua estensione di file .p7m, ma avranno piena dignità anche il PAdES (documento PDF sottoscritto) e lo XAdES (un formato di sottoscrizione che utilizza l’XML).


Indice degli argomenti
La notifica di regole tecniche a Bruxelles
Regole obbligatorie
Raccomandazioni
Interoperabilità, ritorno al passato
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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 04/12/2018, 14:27

Camera di Commercio BG, 03/12/2018

Con il fascicolo d’impresa il Registro Imprese scambia le informazioni con i SUAP

Il nuovo servizio realizzato dal sistema camerale permette alle pubbliche amministrazioni di depositare in modo automatico tutti i documenti prodotti che riguardano un’impresa in un contenitore virtuale chiamato Fascicolo informatico d’impresa.

Pubblica Amministrazione e imprese possono quindi ora accedere direttamente a documenti, atti e informazioni raccolte nell'ambito dei diversi procedimenti amministrativi.

Ciò significa che per un verso l’impresa può consultare, senza alcun costo, il proprio fascicolo e utilizzare informazioni, dati e documenti che la riguardano. Per altro verso, la novità semplificherà i rapporti con la pubblica amministrazione perché il fascicolo è accessibile a tutte le amministrazioni statali e locali (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, ATS, ARPA, Provincia, Comuni ecc.), le quali, quindi, non potranno più richiedere documenti che risultano già in possesso della Pubblica Amministrazione.

Con questa innovazione risulta assicurata la circolarità informativa costante tra il Registro Imprese e il Repertorio delle notizie economiche e amministrative, che sono gestiti dalle Camere di commercio e pubblicano i dati anagrafici, societari e storici delle imprese italiane, e gli archivi degli sportelli unici per le attività produttive, che trattano le informazioni relative all'avvio e all'esercizio delle attività economiche.
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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 21/07/2018, 14:06

Corsera, Renato Franco, 20/07/2018

Teche Rai, restauri e digitalizzazioni fanno rinascere gli archivi delle tv

Non c’è solo il recupero della memoria storica della televisione ma anche nuovi film che valorizzano un patrimonio enorme. Tra i protagonisti Comencini e Patierno
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TORINO Un grande racconto sull’evoluzione dell’Italia attraverso eventi, personaggi, cambiamenti culturali e di costume che hanno segnato il nostro Paese, attraverso programmi di intrattenimento entrati nella sostanza dell’immaginario collettivo. Da un secolo (le prime trasmissioni radiofoniche risalgono al 1924) la Rai rappresenta un pezzo importante della nostra memoria, che in tempi smemorati non guasta: documenti, immagini e suoni che ci raccontano quello che siamo stati, fonte condivisa di identità.

«Dire che la Rai è un patrimonio comune non è uno slogan — spiega la direttrice di Rai Teche Maria Pia Ammirati —. Stiamo vivendo una fase di rinascimento degli archivi, l’espansione viaggia su un doppio binario: da una parte l’audiovisivo è diventato fonte storica primaria utile agli studiosi, dall’altro gli archivi spingono al riuso di materiali che alimentano i programmi che vanno in onda. L’archivio dunque non ha più solo la vecchia funzione di conservazione, ma anche quella più dinamica di riuso del materiale di repertorio». Un aiuto per la didattica degli storici, ma anche a chi costruisce palinsesti per 13 canali, basta pensare al successo di un programma di «ritagli» come Techetechetè.

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Re: Progetti di dematerializzazione

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 06/04/2018, 23:40

Orizzonteacuola.it

Segreterie, dematerializzazione: come si presentano le domande e le istanze alla scuola

’ottica del legislatore, nello stilare le direttive per questo cambiamento, è stata quella di abbreviare i tempi di risposta tra la scuola e docenti/pubblico e inevitabilmente quello di abbattere dei costi per la PA.

Vediamo nel dettaglio quali sono le modalità di presentazione delle domande e delle istanze alla scuola che vanno nell’ottica della dematerializzazione e che la segreteria scolastica non può non accettare.

Le istanze sottoscritte con firma digitale o firma elettronica qualificata
Le istanze sottoscritte e presentata unitamente al documento di identità
Le domande presentate attraverso la propria PEC
Questo tipo di istanze e di dichiarazioni hanno lo stesso valore normativo delle istanze e delle dichiarazioni sottoscritte con firma autografa apposta in presenza del dipendente responsabile del procedimento.

Se la scuola non accettasse o non prendesse in carico le domande presentate come sopra indicato, ovvero secondo le modalità dell’Art. 65 comma 1 del CAD, si prospetterebbe una responsabilità dirigenziale e disciplinare dello stesso.
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Nell’ottica di un supporto alle segreterie e al personale della scuola aggiungiamo il collegamento ad alcuni dei modelli tipo più “gettonati” dalle segreterie scolastiche.

Presentazione domanda ferie permesso assenza
Richiesta Certificati
Accesso civico generalizzato
Richiesta certificazione spese scolastiche detraibili
Sergio P. Del Bello
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