Vatican News, 20/02/2020, Fabio Colagrande – Città del Vaticano
Pio XII, Giornata di studio per l’apertura degli Archivi vaticani
Il vescovo Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, spiega l’attesa che ha preceduto l’apertura dei fondi relativi al Pontificato di Papa Pacelli. “Molti documenti proveranno il suo impegno per mettere in salvo gli ebrei durante la Shoah”
“La Chiesa non ha paura della storia, anzi, la ama”. Con questa affermazione, il 4 marzo dello scorso anno, Papa Francesco spiegava la sua decisione di aprire alla consultazione dei ricercatori la documentazione archivistica attinente al Pontificato di Pio XII, sino alla sua morte, avvenuta a Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958. In quell’occasione, l’udienza al personale dell’Archivio Segreto Vaticano – oggi Archivio Apostolico – Francesco aggiungeva di aver fatto questa scelta “con animo sereno e fiducioso”, nella certezza che la ricerca storica saprà valutare i “momenti di esaltazione di quel Pontefice” e i “momenti di gravi difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza”.
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R. - L’attesa da parte di molti ricercatori di tutto il mondo ormai dura, si può dire, da circa 14 o 15 anni. Questo è il tempo che hanno impiegato i miei collaboratori, gli archivisti e il resto del personale, per preparare tutta questa ingentissima mole di documenti: numerarla, seguirne la protocollazione e preparare gli inventari. Questi ultimi, per quanto riguarda il Pontificato di Pio XII, oggi sono tutti in forma digitale. Quindi gli studiosi li trovano nella nostra sala e possono consultarli via “intranet”, cioè via web nelle sale dell'Archivio apostolico vaticano. L’attesa è comprensibile, perché il pontificato di Papa Pacelli è rilevantissimo e cruciale. Si colloca in un momento della storia dell’umanità purtroppo devastato e insanguinato dall'ultimo conflitto mondiale ma anche da tutto ciò che avvenne all'interno di quel conflitto e subito dopo la sua conclusione. Balza ovviamente subito agli occhi la drammatica questione della Shoah e quindi gli ebrei si attendono molte rivelazioni da questa apertura. Ma nei fondi relativi a Papa Pacelli ci sono documenti importanti sui rapporti della Santa Sede coi regimi totalitari, sui concordati con le varie nazioni. Si potrà comprendere meglio la posizione del Papa e della Santa Sede rispetto a certe politiche religiose, rispetto al comunismo e agli assolutismi. E si conoscerà anche tutta l'opera grandiosa di Papa Pacelli sul fronte della carità. Lo posso testimoniare in prima persona, avendo ordinato io stesso il fondo della Beneficenza che conta di più di 8000 buste dentro le quali ci sono migliaia e migliaia di pratiche di carità. È impressionante come Pio XII ricevesse offerte da diversi fedeli cattolici di tutto il mondo, soprattutto dagli Stati Uniti, e praticamente lo stesso giorno le ridistribuisse subito, verso chiunque ne avesse bisogno, sia persone private, sia parrocchie, orfanotrofi, ospedali ma anche università e istituti di ricerca. Un vero e proprio fiume di denaro che era, diciamo così, il fiume della sua carità.