Il Manifesto, 17/03/2017, Giulia Barrera
Quel pasticcio della «Digital Library Italiana»
BIBLIOTECHE. Arrivano 2 milioni per finanziare la digitalizzazione, affidata però a chi non ha esperienza con archivi e biblioteche
Il 10 marzo, il ministro Dario Franceschini ha annunciato la nascita della «Digital Library Italiana», finanziata con due milioni di euro, che «valorizzerà l’immenso patrimonio di immagini» conservato negli Archivi di Stato, nelle biblioteche pubbliche statali e negli archivi fotografici delle soprintendenze. Finalmente una buona notizia per archivi e biblioteche? Purtroppo, non sembra.
UN QUARANTENNIO di esperienza nel campo delle digitalizzazioni ci insegna che non basta lo stanziamento di fondi per produrre servizi per i cittadini e tutela del patrimonio. Negli anni, infatti, di soldi se ne sono spesi e anche tanti; più di un ministro ha infatti voluto cogliere i benefici di immagine che poteva offrire il comparire come colui che digitalizzava il patrimonio culturale italiano. I risultati, però, non sono sempre stati quelli auspicabili.
I più anziani ricorderanno come nel 1986-87 vennero finanziate con 600 miliardi una serie di iniziative di «valorizzazione dei beni culturali (…) attraverso l’utilizzazione delle tecnologie più avanzate».
SI PARLAVA allora di valorizzare i «giacimenti culturali». Qualcosa di utile venne fatto, ma si sprecarono anche molti soldi per la creazione di banche dati inutili ed inutilizzate, destinate ad un lento e solitario deperimento in qualche scantinato ministeriale.
I più giovani, invece, potranno ricordare i fasti del portale «CulturaItalia», costato 1 milione e 300 mila euro, che prometteva di portare il patrimonio culturale a portata di un click, ma che in realtà offre agli internauti pochi frutti in più di quanto essi non possano ottenere mediante una semplice ricerca con Google.
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Il ministro infatti ha affidato la creazione della «Digital Library Italiana» all’Istituto per il catalogo e la documentazione (Iccd), un istituto il cui fine istituzionale è la catalogazione del patrimonio culturale, ad eccezione di archivi e biblioteche.
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PER DESCRIVERE il patrimonio archivistico e bibliografico esistono già due imponenti sistemi informativi, gestiti dai due istituti centrali sopra ricordati: il Sistema archivistico nazionale, che permette di accedere alla descrizione – più o meno analitica – del patrimonio documentario conservato da oltre 10mila istituti di conservazione e di accedere a più di 55 milioni di documenti digitalizzati; e il Servizio bibliotecario nazionale,
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