Paolo Pozzi

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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 16/04/2018, 22:27

13/04/2018

Trasmettiamo l'invito alla presentazione dell'inventario dell'Archivio di Giancarlo Vigorelli; se ne parlerà giovedì 19 aprile alla Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani con studiosi e scrittori che sono stati anche amici di Vigorelli.
Siamo particolarmente legati a questo progetto che Paolo Pozzi ha diretto e realizzato con grande passione: il suo ultimo lavoro, forse quello che ha amato di più.
I più cordiali saluti
Cooperativa CAeB


Vigorelli.JPG
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Presentazione dell'inventario dell'Archivio di Giancarlo
Vigorelli, che si terrà giovedì 19 aprile alle ore 17.30 nella Sala del
Grechetto della Biblioteca Sormani (via Francesco Sforza 7, Milano)
nell'ambito della mostra "Brama di Vita e di Letteratura. Giancarlo
Vigorelli nel clima culturale del Novecento".
All'iniziativa, organizzata dalla Biblioteca Sormani e da CAeB -
Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria, interverranno

- Maurizio Savoja, soprintendente archivistico della Lombardia;
- Gabriele Locatelli, responsabile di servizio del Settore Archivi di CAeB;
- Elvio Guagnini, professore emerito presso l'Università degli Studi di
Trieste;
- Giuseppe Marcenaro, giornalista e scrittore;
- Matteo Collura, giornalista e scrittore;
- Carla Tolomeo Vigorelli
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Presentazione Archivio Vigorelli.pdf
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Sergio P. Del Bello
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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 21/03/2016, 18:44

Il manifesto, 09/01/2016 di Chicco Funaro

È morto a Milano Paolo Pozzi. Molti lo ricorderanno tra i principali imputati del processo 7 Aprile e di numerosi altri procedimenti contro l’Autonomia operaia milanese. Quest’anno avrebbe compiuto 67 anni. Nato a Fano, aveva compiuto nella sua città gli studi superiori con risultati tra i più brillanti mai registrati nella scuola marchigiana. Iscrittosi alla Facoltà di Sociologia di Trento, ne era uscito laureandosi a pieni voti nel 1972. Trasferitosi a Milano, i suoi interessi politici e culturali si erano immediatamente rivolti all’esperienza del nascente Gruppo Gramsci, formato da intellettuali e da militanti per dar vita, tra Milano e il Varesotto, a ipotesi di progetto e di intervento capaci di superare ideologismi e dogmatismi; e di allargare la ricerca politica e culturale, ma anche e soprattutto le lotte, a tutte le «nuove» tematiche della società e della persona.

Nel gruppo Gramsci Paolo si era occupato sin dagli inizi di «Rosso»: la rivista, che con tratto originale, a partire dal suo stesso nome/testata, una sorta di tautologia anche visivamente molto efficace, stava aprendo un dialogo e una discussione sempre più serrati con settori sempre più larghi del movimento di quegli anni. Con la confluenza tra il Gramsci e il gruppo di ex Potere operaio che faceva capo a Toni Negri, e la nascita dei collettivi di Rosso, Pozzi contribuì in larghissima parte alla vita politica ed editoriale del giornale, coordinandone non solo gli aspetti tecnici ma anche e soprattutto i contenuti editoriali, quasi sempre molto originali e dal taglio decisamente inconsueto per gran parte dell’immaginario politico di quegli anni.

“Rosso”, che adottò sempre un linguaggio spregiudicato e creativo, suscitò un notevole consenso anche per l’interesse non di maniera dimostrato verso tutte le forme di antagonismo nei confronti della società capitalistica e dell’organizzazione del lavoro, dal femminismo alla controcultura, e per l’appoggio concreto fornito ai movimenti del «proletariato giovanile» e a tutte le lotte per la liberazione e l’autovalorizzazione della persona. Di notevole taglio critico fu sempre la polemica incessante contro ogni tipo di riformismo e di compromesso, «storico» o no, tra Partito comunista e Democrazia cristiana. Il giornale e il gruppo furono sempre impegnati a sostenere la necessità che l’Autonomia operaia dovesse sempre e comunque rimanere lontana da ogni progetto di costruzione di un partito. Nel dibattito sulle scelte di fondo che l’insorgere della lotta armata e delle formazione combattenti aveva messo in moto, Paolo non ebbe esitazioni e si schierò contro ogni forma di «clandestinità». Pur nell’incertezza di quel periodo, continuò a guidare le sorti della rivista fino all’autoscioglimento e alla fine politica di Rosso nel 1978.

Arrestato nel corso delle operazioni giudiziarie del «7 Aprile», sostenne con grande dignità e coraggio il carcere e, insieme ai suoi coimputati, le durissime battaglie processuali; ma anche il non sempre facile dibattito per il superamento della legislazione d’emergenza e il ritorno a una «normalità» nella vita politica e sociale. Dopo il carcere, si rese promotore di innovative iniziative imprenditoriali nel settore delle biblioteche e dell’archivistica. Scrittore di buona vena rievocativa, pubblicò tra le altre cose Insurrezione, romanzo breve dedicato alla Milano degli anni ’Settanta edito da DeriveApprodi.

Lascia una moglie, Laura, e una figlia, Irene.
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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda marco bascapè » 11/01/2016, 1:04

Grazie a Sergio per aver postato queste foto.
Paolo ci mancherà davvero tanto.
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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 10/01/2016, 18:00

Posizionato all'ingresso della chiesa parrocchiale dei SS. Silvestro e Martino in occasione del funerale di Paolo
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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 08/01/2016, 12:22

Paolo era membro del CdA della CAeB di Milano
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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 08/01/2016, 11:06

Ricevo dall'amico e collega Cecco Cattaneo:

Se ne è andato Paolo Pozzi. La notizia è arrivata, fulminante, stamattina. Da restare attoniti. Perché Paolo era giovane e pieno di energie, propositi, idee. È una perdita drammatica. Non solo per la repentinità che lascia stupefatti. E non solo per gli amici suoi, tanti, ma per tutto il movimento archivistico italiano, nel quale Paolo ha occupato un posto importante e spesso innovativo. Pur avendo solida dottrina, o forse proprio per questo, gli piaceva sperimentare, provare a far cose nuove. Del resto, dotato di una penna capace di usare tanti e diversi registri, si è misurato nel campo della scrittura saggistica e tecnica, che faceva parte della sua cassetta degli attrezzi, ma ha poi solcato le strade della narrazione a partire dai documenti d’archivio, con risultati che dureranno nel tempo. Anche su questo terreno (relativamente nuovo) non si è accontentato di scrivere di narrativa storica, ha fatto qualcosa di più: ha provato a montare congegni narrativi assemblando documenti seguendo una sequenza da racconto.
La curiosità dello sperimentatore si è sempre legata allo spirito demistificatore, all’ironia, all’antiretorica. Ha sempre prosciugato la sua scrittura, eliminando gli orpelli. Lo ha fatto con la scrittura archivistica, in cui questo è un modo usuale e necessario del lavoro e lo ha fatto nei suoi racconti, romanzi e narrazioni autobiografiche. È stato, con Roberto Grassi, il motore dell’esperimento de “I documenti raccontano” e anzi li ha in qualche misura anticipati, partecipando e vincendo il primo concorso di narrativa negli archivi, proposto da Roberto Cerri e da Archilab negli ormai lontani anni Novanta.
Bisognerà parlare ancora e ancora di Paolo Pozzi.
Oggi, il dolore della sua perdita è immedicabile. Gli si può solo dire: addio, Paolo, sit tibi terra levis.
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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 07/01/2016, 21:05

Un gravissimo lutto in ANAI e fra gli archivisti, una perdita incolmabile.
Paolo oggi se ne è andato.
In silenzio.
Ho trovato queste foto che avevo scattato a Bologna nel 1999 quando assieme
ad altri colleghi abbiamo sottoscritto l'atto costitutivo della rinascita di Archilab
Ci sarà tempo per riflettere e ricordare.
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Re: Paolo Pozzi

Messaggioda roberto grassi » 07/01/2016, 14:48

I fumerali domani 8 gennaio, alle 14,30, presso la parrocchia dei santi Silvestro e Martino.
roberto grassi
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Paolo Pozzi

Messaggioda roberto grassi » 07/01/2016, 10:24

E' mancato stamane il collega e amico Paolo Pozzi.
Non ho cuore di aggiungere altro.
Erregì
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