ANAI - Lettera al Ministro On. Dario Franceschini
a seguito della rinnovata chiusura degli archivi a seguito del DPCM del 3 novembre 2020
Roma, 9 novembre 2020
Al Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo
On. Dario Franceschini
e p. c.
Al Presidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici
Prof. Marco D’Alberti
Al Capo di Gabinetto
Prof. Lorenzo Casini
Al Presidente del CTS archivi
Dott.ssa Diana Toccafondi
Onorevole Ministro,
l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, che presiedo, ha raccolto in questi ultimi giorni, facendola propria, la preoccupazione di soci, sostenitori e di una vasta fetta del mondo della cultura e della ricerca italiana in merito alla sorte degli archivi, di chi vi opera e dei loro utenti, alla luce degli ultimi provvedimenti governativi e in particolare del disposto del DPCM 3.11.2020 (art. 1, comma 9, lettera R). Tale provvedimento, in particolare, sospendendo i servizi al pubblico dei musei e degli altri luoghi della cultura, non pone distinzioni tra le diverse tipologie di Istituti culturali. Pur senza entrare nel merito di decisioni governative, sostenute dalla valutazione di molteplici ed essenziali fattori e parametri, vogliamo richiamare l'attenzione su alcuni aspetti che caratterizzano la natura e l’attività degli istituti archivistici e del loro patrimonio di cui si vuole ricordare e sottolineare il valore giuridico a fianco di quello storico, ma soprattutto il ruolo di luoghi di lavoro, di studio e di tutela dei diritti. Chiudere del tutto e indiscriminatamente le attività e gli accessi agli archivi significa non solo impedire lo svolgimento del lavoro di ricerca di tipo scientifico (erroneamente considerato al pari di un passatempo e non di una vera e propria attività produttiva) ma anche rallentare le attività tecniche di un mondo professionale e aziendale specializzato che opera intorno agli archivi (purtroppo ancora oggi misconosciuto), nonché la consueta attività di ricerche di tipo amministrativo, mai o poco ricordate ma altrettanto importanti e che coinvolgono un’utenza ancor più vasta.
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