National Geographic: un articolo sull'ACS

National Geographic: un articolo sull'ACS

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 09/12/2019, 2:37

National Geographic Italia, Gastone Saletnich, 06/12/2019

Per Antiche Carte: l'Archivio Centrale dello Stato

Dalla Raccolta Ufficiale delle leggi e dei decreti dello Stato ai documenti prodotti durante il regime Fascista, dagli archivi cinematografici a quelli relativi al periodo “stragista”, con questo Istituto si chiude idealmente il percorso che abbiamo intrapreso partendo dall’Archivio di Stato di Palermo

Si chiude tra gli ampi spazi dell’EUR di Roma, quartiere nato per volontà di Mussolini negli anni Trenta, il nostro viaggio negli archivi italiani.
Siamo partiti dall’Archivio di Palermo e dai documenti che ci hanno fatto rivivere la Sicilia normanno-sveva, per arrivare a quello di Torino, chiudendo idealmente un percorso, che ci ha portato al conseguimento dell’Unità Nazionale. Insieme agli archivi di Napoli, Roma, Firenze, Venezia e Milano, oltre Tevere abbiamo varcato la porta dell’Archivio Segreto Vaticano, il cui patrimonio documentale, pur appartenendo ufficialmente ad un altro stato, è strettamente legato anche alle vicende del nostro Paese. Il racconto che mi sono proposto di rappresentarvi, il viaggio ideale attraverso lo straordinario patrimonio archivistico che conserviamo, è bene ricordarlo unico al mondo, non può che concludersi visitando l'Archivio Centrale dello Stato, istituto che custodisce la più recente memoria storica e documentaria del nostro Paese.

Nei suoi 160 chilometri di scaffali, nella sua enorme mole di documenti, troviamo un punto di riferimento obbligato per ogni tipo di ricerca sull'Italia unitaria dal 1870 agli anni Ottanta del secolo scorso....

Tra il 1942-43, con il sopraggiungere della guerra, i cantieri si arrestarono per poi e riprendere nel 1951, quando si pensò di cancellare ogni traccia del regime su questa area, portando a termine le opere interrotte e quelle danneggiate, realizzando nuovi edifici e completando le aree verdi. Da quel momento l’area si chiamerà EUR - Esposizione Universale di Roma e, cadute le ideologie fasciste, si proietterà verso un modello di città amministrativa e direzionale.

L’edificio, di cui prima della guerra erano state eseguite solo le fondamenta e le strutture portanti, fu portato a termine negli anni Cinquanta, su iniziativa di Virgilio Testa, commissario straordinario dell’Ente EUR, apportando le modifiche necessarie per adattare il palazzo alle esigenze dell’Istituto.

Il progetto originale ripreso, prevedeva la costruzione di tre corpi di fabbrica disposti attorno ad un piazzale rettangolare, che nelle intenzioni dei suoi ideatori, doveva rimandare a una agorà greca. Il corpo centrale, preceduto da una gradinata monumentale, è circondato da un porticato a pilastri al piano terra e da un loggiato a colonne su due piani.
Nei primi anni del ’90, in occasione del 40° anniversario dell’istituzione dell’Archivio Centrale, sono stati riconfigurati gli spazi interni destinati al pubblico (ingresso, sala di studio, biblioteca, sala convegni) ad opera dell’architetto Giulio Savio.

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