European Broadcasting Union (EBU) convegno archivi video

European Broadcasting Union (EBU) convegno archivi video

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 23/08/2018, 9:44

OggiScienza, 22/08/2018, Marco Milano

Salvare gli archivi video, custodi trascurati della cultura europea

Come si può proteggere, riorganizzare e aprire al pubblico il patrimonio audiovideo europeo?

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Gli archivi audiovisivi italiani ed europei custodiscono infatti una quantità sterminata di film, documentari, trasmissioni radio e televisive, registrati su supporti di diversa natura che potrebbero raccontare molto della storia moderna dell’Europa, della nostra cultura. Questa ricchezza, tuttavia, non viene valorizzata come meriterebbe. Alle arti e alla scienza dell’immagine viene dedicata attenzione, ma, nel complesso, gli sforzi fatti dai (pochi) addetti ai lavori rischiano di risultare vani.

Salviamo in fretta gli archivi: l’EU chiama a raccolta i suoi tecnici
Secondo il report “Digital Agenda for European Film Heritage”, frutto di uno studio pubblicato qualche anno fa dalla Commissione Europea, la gran parte delle istituzioni dedicate alla conservazione di documenti video non si sta attrezzando per digitalizzare il materiale che custodiscono. Da allora poco è cambiato, o comunque non in modo adeguato per la salvaguardia e, soprattutto, per la fruizione di questo tipo di patrimonio intangibile. Secondo i dati più aggiornati, circa un milione di ore di filmati e di audio non hanno la possibilità di essere avvicinati dai cittadini europei. Nel frattempo, su questi preziosi documenti incombe il rischio di un degrado irreparabile dei supporti su cui sono memorizzati – problema nato con il cinema stesso e che non potrà mai trovare una soluzione definitiva, se non una cura continua e costante come per altre tutte le altre opere d’arte.
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Per risolvere questa situazione, il prossimo settembre l’European Broadcasting Union (EBU) riunirà a Bruxelles archivisti e specialisti di new media, insieme a esponenti del mondo politico, provenienti da tutta Europa. Tecnici e politici dovranno discutere delle nuove, urgenti strategie da mettere in atto al fine di proteggere, riorganizzare e aprire al pubblico il patrimonio audiovideo europeo. Leitmotiv della conferenza saranno le tecnologie più innovative, utili per utilizzare al meglio queste collezioni e per aggiornare le pratiche delle istituzioni e delle organizzazioni che se ne occupano, anche a scopo educativo, non solo di intrattenimento.
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Gli archivi aprono al digitale ma fanno poca “rete”
Secondo l’ultima edizione delle raccomandazioni comunitarie in merito al Film Heritage, in Europa sono attivi circa cento Istituti per la Conservazione dei Film, i quali sopravvivono grazie a fondi risicati, scarso personale dedicato (una media di una decina per istituto) e per cui le donazioni di pellicole da privati sono ancora una fonte vitale per allargare gli archivi. Nondimeno, vengono comunque raggiunti risultati interessanti. Ogni istituto ha al suo attivo un sito web che spesso, non sempre, è riferimento per la consultazione online, anche con progetti specifici, come è successo con la piattaforma Cinecult in Francia, il Lithuanian Documentaries on Internet o con le proposte in continuo aggiornamento del nostro Archivio Luce.

Tra le poche, interessanti e più importanti esperienze “di squadra” degli ultimi anni c’è proprio l’European Film Gateway a cui ha preso parte il CNR. Pensato e avviato dall’Association des Cinémathèques Européennes (ACE) e dall’Europeana Foundation, il progetto ha riunito, tra il 2008 e il 2011, 21 partner, tra cui 15 archivi e cineteche, per la realizzazione di un portale capace di sostenere l’accesso l’accesso a più di 700.000 oggetti digitalizzati come fotografie, poster, documenti di censura, film rari, documentari e cinegiornali. Come si legge sul sito del progetto, “EFG si rivolge non solo ai ricercatori appartenenti alla comunità scientifica, ma anche a tutto il pubblico interessato, e offre uno sguardo dentro e dietro le quinte della cinematografia europea, dagli esordi fino ai giorni nostri”. EFG del resto è parte di Europeana.ue, la collaudata vetrina digitale del patrimonio culturale e scientifico europeo, dove è possibile fare ricerche intermediali all’interno di milioni di oggetti digitali forniti da musei, gallerie d’arte, biblioteche, archivi tradizionali e audiovisivi di tutta Europa, tra materiali ben noti e chicche più rare.
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Sergio P. Del Bello
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