Recensione sul convegno "Le tabacchine" - AS Benevento

Recensione sul convegno "Le tabacchine" - AS Benevento

Messaggioda ANAI Lombardia » 21/04/2009, 14:25

Messaggio da Archivi23 del 20/04/2009
From: "Archivio di Stato di Benevento - UFFICIO
COMUNICAZIONE" <luisa.grimaldi@beniculturali.it>
Date: Mon, 20 Apr 2009 12:17:37 +0200

ARCHIVIO DI STATO DI BENEVENTO
FONTI PER LA STORIA DELLE DONNE. GLI ARCHIVI DEL LAVORO

In occasione della Festa della donna, il 5 marzo, presso la Biblioteca Pacca dell'Archivio di Stato
di Benevento, si è svolto il convegno dedicato alle 'Fonti per la storia delle donne. Gli
archivi del lavoro'
promosso dall'Archivio di Stato di Benevento in sinergia con il Comune e la
Provincia di Benevento, l'Università del Sannio, i Monopoli di Stato, il FAI e la Società Italiana
delle Storiche. A discutere di archivi del lavoro e di lavoro delle donne, storiche ed archiviste
di diversa esperienza: Valeria Taddeo, direttore dell'Archivio di Stato di Benevento, Rossella Del
Prete, delegata alle attività culturali dell'Università del Sannio, Antonella Marciano
dell'Università Federico II di Napoli, Maria Costa, direttore dell'Archivio Storico della
Camera del Lavoro di Milano, Barbara Curli dell'Università della Calabria e Gloria Chianese,
storica della Fondazione 'Di Vittorio' e curatrice del volume 'Mondi femminili in cento
anni di sindacato' presentato al pubblico nel corso dell'iniziativa. Contestualmente è stata
inaugurata la mostra iconografica e documentaria 'Le tabacchine'.

L'iniziativa, finalizzata allo sviluppo della conoscenza della storia contemporanea del
territorio sannita attraverso gli archivi del lavoro, apre una finestra sul mondo delle donne
che si incrocia e si intreccia di continuo con ogni realtà lavorativa, politica e sindacale; ma
si tratta di una realtà per molti aspetti sommersa, non facile da leggere sia dal punto di
vista dell'identità collettiva che dei percorsi individuali. Le donne, invece, sono state una
presenza di formidabile importanza, anche se troppo spesso poco visibile, perché hanno svolto
un ruolo di primo piano nel rapporto tra mondo del lavoro, società italiana, Stato ed
organizzazioni sindacali. Una presenza trasversale che va ricercata e snidata dai
documenti d’archivio che, sebbene prodotti esclusivamente da uomini, non rimangono 'muti'
quando si cerca traccia di presenze femminili. E -il caso delle sorvegliate politiche le cui
vicende emergono dalle carte del Casellario politico della Questura di Benevento, oggetto di
una mostra documentaria e multimediale organizzata dall'Archivio lo scorso anno in
collaborazione con vari enti territoriali, nell'ambito di un più vasto progetto di ricerca
volto all'individuazione, alla salvaguardia ed alla valorizzazione di fonti documentarie per la
storia delle donne. In occasione della festa della donna, nel 2008, la mostra ha 'raccontato'
storie di donne confinate o, comunque, che sono state oggetto di sorveglianza tra gli inizi degli
anni '30 e la fine degli anni '40 del Novecento.
E' il caso, ancora, delle tabacchine il cui lavoro è documentato nel fondo archivistico
dell'ex Monopolio di Stato; un fondo che raccoglie tutta la documentazione prodotta nel
corso del Novecento per i quasi cent'anni di funzionamento e, dunque, di fondamentale
importanza per la ricostruzione del lavoro in genere, e del lavoro delle donne in particolare,
nel territorio beneventano.

La lavorazione del tabacco che vide un larghissimo impiego di manodopera femminile negli
stabilimenti di Benevento, San Giorgio del Sannio e Dugenta, ha rappresentato tra la fine
dell'Ottocento e per tutto il Novecento una delle attività produttive più importanti per la
provincia beneventana. Come ovunque, la lavorazione del tabacco è stata quasi esclusivo
appannaggio delle donne, considerate più capaci degli uomini nella delicata e paziente operazione
di selezione delle foglie.

La storia di queste lavoratrici, apparse sulla scena all'inizio del '900, diventandone sempre
più protagoniste, è una storia larga e plurale, a più dimensioni e più voci. La gestione
dell'attività ad opera dello Stato si traduceva in un'organizzazione rigida e militaresca: non
era concesso cantare durante le ore di lavoro se non nel periodo natalizio e pasquale; il silenzio
era imposto, per una parola o anche solo per aver mosso le labbra si rischiavano multe salate; era
proibito bere durante la lavorazione, una goccia d'acqua avrebbe potuto danneggiare la foglia di
tabacco! Il sistema della multa era modulato a seconda dell'infrazione e andava dalla
decurtazione di qualche ora di salario ad intere giornate per comportamenti reiterati fino al
licenziamento per comportamenti immorali o contrari all'ordine pubblico. E' quanto emerge
dai registri delle punizioni esposti in mostra accanto ai registri delle sentenze penali del
Fondo Tribunale di Benevento che raccolgono le condanne per contrabbando di tabacco. Il rispetto
di questo sistema di regole era garantito da un complesso apparato di sorveglianza strutturato
gerarchicamente: ai vertici e nei ruoli strategici, per il mantenimento della disciplina
e del funzionamento della produzione, vi era personale maschile, mentre a contatto più diretto
con le operaie, con compiti più specifici di addestramento e controllo del lavoro, vi erano le
'maestre' e le sorveglianti, selezionate tra le operaie più abili ma anche più affidabili.

Ad indagare il mondo delle tabacchine hanno contribuito in modo eccezionale le fonti
iconografiche, in particolare una preziosa collezione di fotografie, esposte in
ingrandimento, che documentano vari momenti della giornata lavorativa delle tabacchine sannite, le
postazioni lavorative, le stanze del baliatico nelle quali le mamme allattavano i bambini con
precise precauzioni igieniche come riportato in un articolo de Il Tempo dell'11 dicembre 1909
'Come si allattano i bambini delle tabacchine'.
Quando si parla di archivi del lavoro non si può fare a meno di confrontarsi con le fonti orali,
con la memoria del lavoro, con il ricordo orribile e dolce: il ricordo della fatica, delle
punizioni, del silenzio imposto, ma anche il piacere della collettività, dello stare insieme,
il privilegio di guadagnare qualcosa, di uscire di casa, cosa non comune per le donne
agli inizi del secolo scorso.

Luisa Grimaldi
ANAI Lombardia
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