Re: Coalizione #27F fra professionisti indipendenti e precar
Inviato: 16/08/2023, 15:26
Espresso, 16/08/2023, Diletta Bellotti
In Italia chi lavora nella cultura guadagna meno di 10 mila euro l’anno
A Firenze i “biblioprecari” protestano: una vertenza contro il bando senza tutele che riassegna i servizi museali della città
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In Italia, la metà di chi tutela e cura questi luoghi, guadagna meno di 10 mila euro all’anno (“Mi riconosci”, 2022). Da Firenze, la blasonatissima culla del Rinascimento, si sta lanciando un allarme. Da novembre 2015, l’associazione “Mi riconosci” chiede che le amministrazioni locali e il ministero abbiano la decenza di ascoltare i precari della cultura perché «il sistema non regge più». I
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In quell’occasione, l’amministrazione si è impegnata a valutare tutte le opzioni possibili per un processo di re-internalizzazione che tuteli quanti lavorano. Nell’ascoltare i lavoratori e le lavoratici in lotta, chi negli archivi, chi nelle biblioteche di Firenze, si ricrea l’atmosfera confusa e soffocante degli uffici kafkiani ne “Il Processo”. A., della rete “Biblioprecari”, parla di figure che hanno il potere di fare il buono e il cattivo tempo: burocrati, tecnici e politici. In balia di questo distruttivo battito d’ali, archivisti e bibliotecari battagliano, dal 2020, contro un vuoto politico. Nel vuoto si sentono i cori e le grida? Pare proprio di no.
In Italia chi lavora nella cultura guadagna meno di 10 mila euro l’anno
A Firenze i “biblioprecari” protestano: una vertenza contro il bando senza tutele che riassegna i servizi museali della città
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In Italia, la metà di chi tutela e cura questi luoghi, guadagna meno di 10 mila euro all’anno (“Mi riconosci”, 2022). Da Firenze, la blasonatissima culla del Rinascimento, si sta lanciando un allarme. Da novembre 2015, l’associazione “Mi riconosci” chiede che le amministrazioni locali e il ministero abbiano la decenza di ascoltare i precari della cultura perché «il sistema non regge più». I
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In quell’occasione, l’amministrazione si è impegnata a valutare tutte le opzioni possibili per un processo di re-internalizzazione che tuteli quanti lavorano. Nell’ascoltare i lavoratori e le lavoratici in lotta, chi negli archivi, chi nelle biblioteche di Firenze, si ricrea l’atmosfera confusa e soffocante degli uffici kafkiani ne “Il Processo”. A., della rete “Biblioprecari”, parla di figure che hanno il potere di fare il buono e il cattivo tempo: burocrati, tecnici e politici. In balia di questo distruttivo battito d’ali, archivisti e bibliotecari battagliano, dal 2020, contro un vuoto politico. Nel vuoto si sentono i cori e le grida? Pare proprio di no.