Re: Validità diploma APD -Concorso a 5 posti archivista di Stato
Inviato: 18/03/2009, 10:55
Messaggio da Archivi23 del 17/03/2009
Date: Tue, 17 Mar 2009 10:25:10 +0100
From: Linda Giuva lgiuva@dol.it
A proposito del dibattito sulle scuole d'archivio e sul valore del titolo da esse rilasciate, sono
d'accordo con Mariella Guercio (come spesso mi succede). Mi sembra, infatti, che nell'attuale
situazione caratterizzata dalle crescenti ed impegnative sfide alla nostra professione ed
all'oggetto del nostro lavoro (che non vengono solo dall'uso delle ICT), da una parte, e dalle
sempre più magre risorse, dall'altra, l'unico tentativo che possiamo fare è quello di ragionare
partendo dai bisogni: conservativi, formativi ecc. Chiederci pertanto di cosa abbiamo bisogno
oggi in termini di conoscenze generale e skills specifici per poter affrontare il nostro lavoro
sapendo che una preparazione inadeguata e insufficiente contribuisce a quel processo di
emarginazione del nostro settore che oggi è sotto gli occhi di tutti noi. Il nostro non è un
mestiere che si può imparare attraverso percorsi formativi di tipo professionalizzanti, è una
professione che ha bisogno di una solida base di conoscenze generali, un approfondimento
su temi e materie specifici, ed un'ulteriore specializzazione (come ha efficacemente
sintetizzato Mariella).
Su cosa, su chi, e su dove possiamo discutere. Credo anche che non sia più il tempo
di difendere i propri orticelli né universitari né di altro tipo. Innanzitutto perché quegli
orticelli (diversamente da quanto succede negli omonimi luoghi non metaforici) non
danno più i frutti attesi; in secondo luogo perché i processi di integrazione, collaborazione
e sinergia istituzionale rappresentano, in tutti i campi e discipline, le condizioni per
affrontare positivamente (o almeno per provarci) la complessità del presente.
Linda Giuva
Date: Tue, 17 Mar 2009 10:25:10 +0100
From: Linda Giuva lgiuva@dol.it
A proposito del dibattito sulle scuole d'archivio e sul valore del titolo da esse rilasciate, sono
d'accordo con Mariella Guercio (come spesso mi succede). Mi sembra, infatti, che nell'attuale
situazione caratterizzata dalle crescenti ed impegnative sfide alla nostra professione ed
all'oggetto del nostro lavoro (che non vengono solo dall'uso delle ICT), da una parte, e dalle
sempre più magre risorse, dall'altra, l'unico tentativo che possiamo fare è quello di ragionare
partendo dai bisogni: conservativi, formativi ecc. Chiederci pertanto di cosa abbiamo bisogno
oggi in termini di conoscenze generale e skills specifici per poter affrontare il nostro lavoro
sapendo che una preparazione inadeguata e insufficiente contribuisce a quel processo di
emarginazione del nostro settore che oggi è sotto gli occhi di tutti noi. Il nostro non è un
mestiere che si può imparare attraverso percorsi formativi di tipo professionalizzanti, è una
professione che ha bisogno di una solida base di conoscenze generali, un approfondimento
su temi e materie specifici, ed un'ulteriore specializzazione (come ha efficacemente
sintetizzato Mariella).
Su cosa, su chi, e su dove possiamo discutere. Credo anche che non sia più il tempo
di difendere i propri orticelli né universitari né di altro tipo. Innanzitutto perché quegli
orticelli (diversamente da quanto succede negli omonimi luoghi non metaforici) non
danno più i frutti attesi; in secondo luogo perché i processi di integrazione, collaborazione
e sinergia istituzionale rappresentano, in tutti i campi e discipline, le condizioni per
affrontare positivamente (o almeno per provarci) la complessità del presente.
Linda Giuva