ACTA sui professionisti indipendenti

Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 03/11/2020, 0:00

ACTA, 02/11/2020

Per un welfare all’altezza dei tempi

Acta ha presentato alla Camera dei deputati la sua proposta per un welfare veramente inclusivo
Il 28 ottobre 2020 Anna Soru ha presentato alla Commissione lavoro della Camera dei deputati la proposta di Acta per estendere la copertura di genitorialità, malattia e riduzione del reddito a chi ne è ancora escluso.

La situazione
Nel bel mezzo dell’emergenza pandemica il governo ha introdotto misure che hanno risposto in maniera sufficiente, almeno sulla carta, ai bisogni più urgenti dei lavoratori dipendenti; ma il lavoro autonomo e le altre forme di lavoro flessibile, saltuario e occasionale sono rimasti in molti casi privi di tutele adeguate.

Acta è abituata a tenere lo sguardo lungo, dunque la nostra proposta mira a correggere alcune mancanze strutturali del nostro sistema di protezione sociale, che erano presenti anche prima della pandemia:

Mancano misure di sostegno al reddito per i lavoratori non dipendenti (unica eccezione la dis-coll, applicabile esclusivamente ai collaboratori coordinati e continuativi che abbiano perduto il proprio committente).
È difficile garantire la continuità delle tutele (come malattia e maternità, quando ci sono) nelle sempre più frequenti situazioni di discontinuità lavorativa e contrattuale.
È impossibile assicurare piena tutela ai lavoratori impegnati in più lavori che prevedono versamenti a casse previdenziali diverse. In queste situazioni, il lavoratore, anche quando esiste un’indennità, può accedervi solo con una gestione e avrà il rischio di non raggiungere il minimo contributivo in nessuna gestione.
Esistono, e non sono pochi, lavoratori che operano con modalità contrattuali non coperte da alcuna protezione, in quanto classificate come non lavorative: regime di diritto d’autore, collaborazione occasionale, tirocini d’inserimento lavorativo. L’assenza di contributi è uno degli elementi che ha favorito la diffusione e l’abuso di tali forme contrattuali, configurandole spesso come nuove forme di sfruttamento.
La proposta di Acta
La nostra proposta prevede l’istituzione presso l’Inps di un fondo assicurativo obbligatorio, rivolto a tutti i lavoratori per le prestazioni non dipendenti e non soggette ad obbligo assicurativo presso altre casse, a copertura di genitorialità, malattia grave e riduzione involontaria del reddito. L’iscrizione al fondo accende un rapporto assicurativo-previdenziale che garantisce a tutti coloro che partecipano la possibilità di accedere a un’indennità.
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La novità più importante è l’implementazione di forme di tutela previdenziale, che possano incontrare le esigenze anche di chi lavora in autonomia, per i medesimi rischi da cui sono protetti i lavoratori dipendenti.

Ciò significa prevedere anche una tutela in caso di calo di reddito involontario, non essendo in genere possibile identificare in maniera inequivocabile il passaggio tra occupato e disoccupato. Nella maggior parte dei casi si assiste alla perdita di clienti o commesse importanti che comportano un calo significativo dell’attività, ma non il blocco totale (e comunque non l’immediata chiusura della partita Iva, rinviata nella speranza di far ripartire il lavoro).
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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 17/09/2020, 0:09

ACTA, 15/09/2020

PROGETTI PER IL FUTURO: NON SOTTOVALUTARE LE CONSEGUENZE DEL LOCKDOWN

I risultati del terzo sondaggio di Acta per monitorare le conseguenze delle chiusure sui lavoratori autonomi

Dopo il primo e il secondo sondaggio sulla situazione dei lavoratori autonomi nell’emergenza sanitaria, Acta continua il suo monitoraggio con un questionario sulle conseguenze del lockdown. Vi presentiamo qui i risultati completi da cui emergono le difficoltà dei freelance anche “dopo le riaperture” (soprattutto in certi settori), alcune incoerenze nell’assegnazione dei bonus del governo e la necessità di una rappresentanza più forte.
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I rispondenti
La partecipazione al terzo questionario è stata più debole rispetto ai precedenti, un po’ a causa della pausa estiva, un po’ perché non c’era più l’elemento di novità. Le risposte sono però particolarmente utili per capire le conseguenze della crisi e la capacità dei provvedimenti del governo di raggiungere il mondo dei freelance.

Hanno risposto al questionario soprattutto le donne (71%), in particolare le trentenni, residenti principalmente nel Nord Ovest (il 51%, il resto distribuito tra Nord Ovest e Centro, mentre il Sud è pressoché assente). Gli ambiti professionali più rappresentati sono comunicazione, traduzione, editoria. Sono persone con redditi medio-bassi: la metà nell’ultimo triennio ha avuto un fatturato medio annuale non superiore ai 20.000 euro l’anno, solo per il 10% esso è stato superiore ai 40.000. Il questionario è stato veicolato anche fuori dal circuito ACTA e infatti solo il 22% dei rispondenti è socio ACTA.
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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 14/09/2020, 23:25

ACTA 14/09/2020

IL COVID-19 NON È UGUALE PER TUTTI

Anche di fronte alla pandemia i freelance vengono trattati come lavoratori di seconda categoria: per loro non sono previsti né indennità di malattia né congedi parentali.
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Qualche settimana fa abbiamo ricevuto questa segnalazione da una socia Acta residente a Milano e verificato con l’ufficio Inps competente, che ha confermato il blocco della domanda. Il motivo, secondo i funzionari, sta tutto in un problema “giuridico”: per gli iscritti alla gestione separata non è stata definita l’indennità da applicare e in quale misura. In effetti, un messaggio Inps del 24 giugno stabilisce che la quarantena per sospetto Covid-19 venga equiparata alla malattia, ma solo per i lavoratori dipendenti. L’esclusione degli iscritti alla gestione separata è esplicita. La discriminazione non vale nel caso di malattia conclamata da Covid-19: ma nel caso della nostra socia, e sospettiamo in molti altri, la malattia non è stata “conclamata” per l’incapacità della regione Lombardia di eseguire il tampone richiesto.

Una discriminazione simile sta avvenendo per i congedi parentali relativi ai minori di quattordici anni posti in quarantena obbligatoria. Il decreto legge dell’8 settembre 2020 prevede infatti che i genitori lavoratori dipendenti possano continuare a svolgere attività lavorativa “in modalità agile” oppure richiedere un periodo di congedo retribuito. Tale possibilità non è invece concessa ai genitori iscritti alla gestione separata, che pure dovranno sospendere parte delle loro attività per occuparsi dell’isolamento dei figli.

È vero che i freelance, qualsiasi sia la loro attività lavorativa, sanno bene come arrangiarsi. Ma siamo costretti a confessare che, di fronte al Covid-19, non pensiamo di essere né più resistenti né meno contagiosi di qualsiasi altro cittadino: queste differenze tra autonomi e dipendenti ci sembrano perciò prive di ogni logica e semplicemente discriminatorie.
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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 29/04/2020, 22:50

ACTA, 29/04/2020

CORONAVIRUS E MISURE DI SOSTEGNO AI FREELANCE: COSA SUCCEDE IN EUROPA?
Ormai ne siamo certi. La difficile fase che stiamo vivendo ha e avrà conseguenze molto pesanti per tanti lavoratori, tra cui i freelance.

L’esplosione del coronavirus ha fatto emergere prepotentemente la necessità di tutele per i freelance e più in generale per tutti i lavoratori, che si trovano a operare in un mondo del lavoro sempre più fluido e complesso, non solo in Italia.

Come sappiamo, l’Italia sta attuando una serie di misure di sostegno a favore dei lavoratori autonomi. Ma se è una pandemia, cosa sta succedendo negli altri paesi? Proviamo quindi ad allargare lo sguardo e forniamo una breve panoramica delle principali misure adottate da alcuni stati dell’Unione europea nei primi mesi dell’emergenza.

Le misure vengono aggiornate costantemente e i sistemi sono molto differenti fra loro. Invitiamo quindi chi volesse approfondire, o usare questi dati come base per articoli o ricerche, a fare affidamento sui siti istituzionali dei vari stati.

Francia
Fonds de solidarité et mesures de soutien pour les travailleurs indépendants:

indennità mensile fino a 1500 € in base ai seguenti requisiti: reddito imponibile minore di 60.000 € e calo di fatturato almeno pari al 50% rispetto allo stesso mese del 2019 oppure rispetto alla media mensile di fatturato nel 2019);
rinvio delle scadenza fiscali e/o contributive di marzo e aprile;
possibilità di rimodulare le scadenze seguenti in base al calo di reddito (senza interessi);
altre misure straordinarie di sostegno.

Olanda
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Messaggioda Sergio P. Del Bello » 17/04/2020, 22:48

ACTA, 17/04/2020

SEI PROPOSTE PER USCIRE DALL’EMERGENZA

Le proposte di Acta per sostenere i lavoratori indipendenti durante e dopo l’emergenza Covid-19

Il momento estremamente delicato che stiamo vivendo, oltre a toccarci nel profondo, individualmente e come collettività, sta anche evidenziando, in maniera ancora più visibile alla società nel suo complesso, la necessità di “mettere mano” alle regole che nel nostro paese tutelano le persone che svolgono un lavoro autonomo.

Parliamo del bisogno di introdurre nuove forme di tutela e di rimodellare quelle esistenti, sia sul fronte del sistema di welfare di tutela della persona-lavoratore autonomo, sia in un senso più ampio di protezione e valorizzazione del lavoro svolto “con partita iva”, per garantire condizioni di maggiore equità, coesione sociale e benessere economico collettivo.
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Chiediamo di:

Prorogare le scadenze di carattere fiscale e quelle relative ai pagamenti dei contributi previdenziali, fino al termine dell’emergenza sociale causata dalla diffusione del virus. Il termine della “fase 1” dell’emergenza sanitaria non può essere considerato come il momento utile per “riscuotere cassa”: i lavoratori autonomi non avrebbero la liquidità necessaria per provvedere ai pagamenti. Riteniamo quindi necessario rinviare gli obblighi al 2021, prevedendo la possibilità di rateizzare i pagamenti senza interessi nel triennio 2021-23
Continuare ad erogare un contributo ai lavoratori con partita iva, come già previsto per il mese di marzo, anche nei prossimi mesi. Consapevoli della necessità di non prevedere generalizzati aiuti “a pioggia”, ma di aiutare chi si trova in una condizione di maggiore difficoltà, proponiamo di introdurre un meccanismo di eventuale restituzione dell’indennizzo, qualora a consuntivo risultasse che:
il reddito complessivo nel 2020 risultasse superiore a € 50.000;
il reddito da lavoro generato nel 2020 non risultasse diminuito di almeno il 30% rispetto alla media del triennio 2017-2019.
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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 15/04/2020, 22:05

ACTA, 15/04/2020

UN NUOVO SPORTELLO: REDACTA RISPONDE!

Dall’esperienza positiva e collaudata degli Sportelli Acta nasce Redacta risponde, uno spazio di ascolto e consulenza per i lavoratori e le lavoratrici dell’editoria e dell’industria culturale.
Da aprile 2019 il gruppo Redacta analizza le condizioni di lavoro nel settore editoriale per freelance e dipendenti, organizza riunioni e performance di arte pubblica e porta avanti proposte per migliorare la situazione di professionisti e professioniste.

Perché rivolgersi a Redacta risponde?
Per conoscere il gruppo Redacta, le nostre iniziative e proposte;
Per confrontarsi sulle criticità legate ai committenti;
Per avere informazioni di base sui diritti e sugli obblighi dei freelance;
Per parlare di tariffe, contratti, tempi di pagamento ecc.
Sarà possibile prenotare una videochat una volta al mese (il primo appuntamento è aperto anche ai non soci) a partire da giovedì 23 aprile.

Per fissare un appuntamento o per saperne di più, scrivi a ricercaeditoriacta@gmail.com.
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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 04/03/2020, 0:55

ACTA, 03/03/2020

L’IMPATTO DEL CORONAVIRUS SUI FREELANCE. I RISULTATI DI UN SONDAGGIO
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La situazione che si è venuta a creare con la diffusione del coronavirus ha colpito le imprese e i lavoratori (dipendenti e non) anche fuori dalle zone rosse e rischia di essere molto pesante per molti freelance che non possono contare né su ammortizzatori sociali, né su riserve di risparmio a causa di redditi spesso sotto i livelli di povertà.

Il sondaggio ACTA
ACTA ha lanciato un sondaggio per raccogliere dati sugli effetti delle misure per il contrasto alla diffusione del coronavirus sul lavoro dei freelance. Quello che preoccupa, in particolare, è la perdita di reddito che si è già verificata e che con tutta probabilità continuerà a verificarsi nei mesi a venire, dato che i servizi tipicamente forniti da questa fascia di lavoratori (formatori, ricercatori, consulenti, interpreti, traduttori, grafici, ecc.) vengono programmati con ampio anticipo e risentono enormemente non solo delle condizioni delle industrie italiane e straniere in generale, ma anche della mancata circolazione delle persone, in Italia e all’estero.

Cancellazioni e sospensione di commesse e incarichi

Sulla base dei 410 che hanno risposto al sondaggio nell’arco di 48 ore, il 47% ha subito la cancellazione di almeno una commessa nella settimana appena trascorsa e/o nelle prossime settimane, il 57% ha avuto la sospensione o il rinvio a data da definirsi di almeno una commessa. La percezione condivisa dai ¾ dei freelance è che ci saranno cancellazioni e rinvii nei prossimi mesi.
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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 18/02/2020, 23:29

ACTA, 18/02/2020

APE SOCIAL? I FREELANCE SONO ESCLUSI

Indipendente? Paradiso, perché l’Inferno già passato in terra.

Quando giocavo a rugby, negli anni Settanta, il telecronista di allora ripeteva almeno una volta ogni partita la storiella del giocatore di “mischia” che, presentandosi al giudizio del castigo o del premio Eterno, veniva indirizzato al Paradiso, perché l’Inferno l’aveva già passato in Terra. Io, non giocando in Prima Linea, difficilmente avrei potuto ambire a un simile trattamento di favore. Ma ora come lavoratore Indipendente potrei farci un pensierino, visto che l’Inferno di non essere più Dipendente lo dovrò scontare fino alla Fine.

Parliamo ad esempio di APE Social, ovvero lo strumento di accompagnamento alla Pensione di quei lavoratori Non Occupati, prossimi alla Pensione di Vecchiaia (63 anni) con un quantum di versamenti (30 anni) che è quasi impossibile ricondurre a politiche “Occupazionali”.

Forse è proprio questo lo strumento di cui parlammo quel 24 Aprile 2015 con l’allora Presidente dell’INPS Tito Boeri, nell’incontro cui partecipammo (come ACTA, parte della Coalizione 27F) al termine di un coinvolgente Speakers’ Corner sotto le sedi INPS.

Be’, incredibile, l’APE Social è Social solo per i Lavoratori Dipendenti. Che nell’identificare i papabili a tale misura, pur includendo gli iscritti alla Gestione Separata, i Legislatori restringono il campo a coloro che “si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento …” (vedi Decreto Attuativo).

Ma chi non si può licenziare da solo, semplicemente non riesce a lavorare, perché non trova committenti, pur rendendosi disponibile (anzi di più, urlando “SONO DISPONIBILE AL LAVORO!”, sussurrando sensuale “Sono disponibile al lavoro”, minacciando “Ti faccio una proposta che non puoi rifiutare. Sono disponibile al lavoro. BANG!”) ha meno necessità di essere “anticipato”? Forse basterebbe aggiungere dopo la parola Licenziamento: “O in mancanza di committenze, per i Lavoratori Autonomi” (per un certo numero di mesi, sotto un certo reddito, ecc. ecc.).
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E ci dovrebbe essere un’eccezione per il requisito dei 30 anni di contribuzione per tutti coloro che hanno sempre lavorato come freelance, visto che la gestione separata esiste dal ’95 ovvero da 25 anni!

Aggiustiamo quest’APE poco Social e niente equa, insieme alla reiterata richiesta di rimozione del vincolo di dover maturare 1,5 volte l’assegno sociale, come requisito minimo per avere accesso alla pensione DI VECCHIAIA ORDINARIA (per coloro che non hanno versamenti prima del 1995), per muoversi davvero verso Ipotesi di Omogeneizzazione dei trattamenti pensionistici (in questo caso si aiuterebbe pure nella definizione di Disoccupato con Partita Iva).

Eviteremmo la possibilità che, come l’INPS, anche San Pietro sia rimasto al Novecento e in Paradiso ci mandi solo i Lavoratori Dipendenti.

L'articolo Ape social? I freelance sono esclusi proviene da ACTA in rete.
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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 18/01/2020, 19:21

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Re: ACTA sui professionisti indipendenti

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 14/01/2020, 1:53

ACTA, 13/01/2020

INDENNITÀ RADDOPPIATE PER I FREELANCE CHE SI AMMALANO

Buone nuove sul fronte malattia per i freelance. Con la circolare n. 141 del 19 novembre 2019, l’INPS ha ampliato le tutele per malattia e degenza ospedaliera in favore degli iscritti alla Gestione separata prendendo atto delle modifiche introdotte dal Decreto-legge n. 101 del 3 settembre 2019, convertito con modificazioni dalla legge 2 novembre 2019, n. 128.

Per gli eventi di malattia o ricovero ospedaliero insorti a partire dal 5 settembre 2019, le indennità giornaliere sono state rivalutate del 100% rispetto agli importi precedenti e – a seconda dei contributi versati nei 12 mesi precedenti – il richiedente in possesso dei requisiti necessari ora potrà ricevere dai 45 ai 90€ circa per ogni giornata di ricovero (fino a un massimo di 180 giorni all’anno) e dai 22 ai 45€ circa per ogni giornata di malattia domiciliare (fino a un massimo di 61 giorni all’anno). Per gli eventi precedenti al 5 settembre 2019, gli importi variavano dai 22 ai 44€ per i ricoveri e dagli 11 ai 22€ al giorno per la malattia domiciliare.

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Oltre al raddoppio delle indennità, è stato ridotto il requisito minimo per l’accesso a queste importanti tutele da 3 a 1 mensilità di contributi nei 12 mesi precedenti l’evento di malattia o di ricovero per cui si fa domanda. In soldoni, questo significa che se prima bisognava aver versato nelle casse dell’INPS all’incirca 1.100 €, adesso ne bastano 365 € per vedersi riconosciuto il diritto all’indennità di degenza e malattia domiciliare. Per maggiori informazioni sulla tutela della malattia e su come fare per presentare domanda, consulta il nostro InfoPoint.
Stando alla stessa legge, anche per l’accesso alla tutela della maternità dal 5 settembre 2019 è sufficiente avere 1 sola mensilità di contribuzione. Tuttavia, per quest’ambito l’INPS non ha ancora emanato una circolare operativa specifica. Speriamo di non dover attendere altri 17 mesi come nel 2018 e di non dover organizzare un altro tweet bombing.
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