Re: Emergenza corona virus: effetti sui BBCC e gli operatori
Inviato: 03/07/2022, 18:41
AgenziaCult.it, 27/06/2022
Covid, Unesco: fino al 40% di mancati introiti per il settore cultura
La pandemia ha però portato a un maggiore riconoscimento del valore sociale del settore culturale e del suo contributo al benessere collettivo e individuale, nonché allo sviluppo sostenibile
La pandemia ha portato a un maggiore riconoscimento del valore sociale del settore culturale e del suo contributo al benessere collettivo e individuale, nonché allo sviluppo sostenibile. Nel 2020, infatti, la cultura è stata inclusa per la prima volta nelle discussioni politiche del G20 ed è essenziale “cogliere lo slancio globale” e “riposizionare la cultura nell’agenda pubblica”. E’ quanto emerge dal report dell’Unesco “Culture in Times of COVID-19: Resilience, Recovery and Revival”, che offre una panoramica globale dell’impatto della pandemia sul settore della cultura dal marzo 2020 e delinea le direzioni per il suo rilancio.
...
Il rapporto evidenzia i cambiamenti nella produzione e nella diffusione della cultura, dovuti in particolare all’accelerazione della digitalizzazione dei prodotti culturali durante la pandemia. I ricavi dell’economia creativa digitale ammonteranno a 2,7 miliardi di dollari a livello globale nel 2020, oltre un quarto dei ricavi complessivi del settore. Di contro, la pandemia si è rivelata una minaccia per la diversità culturale. La maggiore precarietà dei mezzi di sostentamento dei freelance e dei lavoratori della cultura, unita all’esacerbazione di disuguaglianze già profondamente radicate in termini di genere e di gruppi svantaggiati della società, ha portato molti artisti e professionisti della cultura ad abbandonare il settore, minando la diversità delle espressioni culturali. Queste disuguaglianze, unite alle disparità regionali, hanno gravemente compromesso la produzione e la distribuzione di beni e servizi culturali. In America Latina, ad esempio, il 64% dei freelance del settore culturale ha perso più dell’80 per cento del proprio reddito a causa del Covid.
Covid, Unesco: fino al 40% di mancati introiti per il settore cultura
La pandemia ha però portato a un maggiore riconoscimento del valore sociale del settore culturale e del suo contributo al benessere collettivo e individuale, nonché allo sviluppo sostenibile
La pandemia ha portato a un maggiore riconoscimento del valore sociale del settore culturale e del suo contributo al benessere collettivo e individuale, nonché allo sviluppo sostenibile. Nel 2020, infatti, la cultura è stata inclusa per la prima volta nelle discussioni politiche del G20 ed è essenziale “cogliere lo slancio globale” e “riposizionare la cultura nell’agenda pubblica”. E’ quanto emerge dal report dell’Unesco “Culture in Times of COVID-19: Resilience, Recovery and Revival”, che offre una panoramica globale dell’impatto della pandemia sul settore della cultura dal marzo 2020 e delinea le direzioni per il suo rilancio.
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Il rapporto evidenzia i cambiamenti nella produzione e nella diffusione della cultura, dovuti in particolare all’accelerazione della digitalizzazione dei prodotti culturali durante la pandemia. I ricavi dell’economia creativa digitale ammonteranno a 2,7 miliardi di dollari a livello globale nel 2020, oltre un quarto dei ricavi complessivi del settore. Di contro, la pandemia si è rivelata una minaccia per la diversità culturale. La maggiore precarietà dei mezzi di sostentamento dei freelance e dei lavoratori della cultura, unita all’esacerbazione di disuguaglianze già profondamente radicate in termini di genere e di gruppi svantaggiati della società, ha portato molti artisti e professionisti della cultura ad abbandonare il settore, minando la diversità delle espressioni culturali. Queste disuguaglianze, unite alle disparità regionali, hanno gravemente compromesso la produzione e la distribuzione di beni e servizi culturali. In America Latina, ad esempio, il 64% dei freelance del settore culturale ha perso più dell’80 per cento del proprio reddito a causa del Covid.