Fermo restando che il mittente è la persona che invia il documento e i sottoscrittori possono essere più e altri che non coincidono con il mittente, il vincolo nella gestione del protocollo sull'utilizzo di un solo mittente è palese e lo si può dedurre anche dai vincoli tecnici dell'interoperabilità.
Infatti, lo schema utilizzato per l'interoperabilità dei protocolli della PA nel file allegato alla PEC "SEGNATURA.XML" non prevede assolutamente la possibilità di inserire più mittenti, in quanto simula quello che dovrebbe essere la raccomandata AR, ossia l'invio da un indirizzo e una ricezione in un altro indirizzo. Il documento informatico invece contenuto può avere uno o più firmatari, ma questo lo si evince dal contenuto del documento informatico e non dalla spedizione. Come di fatto risulterebbe da una ricevuta di raccomandata (dove vengono indicati un mittente e un destinatario) e la sottoscrizione all'interno del documento di più firmatari.
Oltre a questo, se fosse invece il contrario, ossia dovremmo riportare i firmatari quali mittenti, dovremmo immaginare di dover registrare un documento ad esempio di class action, che magari riporterebbe migliaia di firmatari. Dovendo decidere quindi su delle regole standard e considerare anche i casi limite, come l'esempio indicato, e in considerazione dell'orientamento verso l'interoperabilità e la gestione informatica dei documenti, la decisione non può che essere quella di gestire un unico mittente.
Infine, concordando anche che molte volte gli organismi centrali sono scollegati dai problemi operativi della periferia, è anche vero che la periferia a volte non ha la visione del beneficio generale sull'utilizzare degli standard che magari portano un beneficio generale e non riscontrabile immediatamente dal singolo operatore. Potremmo dire che come sempre, la verità sta un po' in mezzo.