Messaggio da Archivi23 del 13/07/2009Date: Mon, 13 Jul 2009 14:22:33 +0200
From: "Guastalla Anna"
Anna.Guastalla@apss.tn.itCara Rosa e cari colleghi,
l'APSS sta procedendo con una sperimentazione di
gestione di documenti solo digitali
(predisposizione, firma, protocollazione, invio
tramite interoperabilità per ora ad un unico
Servizio destinatario della Provincia Autonoma di
Trento). I problemi sul tavolo sono numerosi e
sono tutti in corso di discussione. Premesso
dunque che non abbiamo soluzioni ma stiamo
sperimentando, i problemi che pone Rosa sono gli stessi nostri.
Stiamo meditando, onestamente un po' sperduti di
fronte alle difficoltà, come trasferire su carta
(ma dobbiamo davvero???) ciò che nasce su supporto informatico.
Per utilizzare una metafora, potrei dire che
stiamo pensando di montare un motore a scoppio su
una carrozza di fine Seicento, promettendo ai
nobili trasportati pochi salti, insignificanti
scossoni e massima garanzia di buon viaggio.
Per fare ciò abbiamo aperto il manuale di
istruzioni del motore (CAD) e leggiamo nei
Principi generali (Capo I), Sezione I
Definizioni, finalità e ambito di applicazione,
Art. 1. Definizioni, q) che "la firma elettronica
è l'insieme dei dati in forma elettronica,
allegati oppure connessi tramite associazione
logica ad altri dati elettronici, utilizzati come
metodo di autenticazione informatica".
Se poi proseguiamo la lettura del CAD fino alla
lettera u) dello stesso articolo 1 leggiamo che
la gestione informatica dei documenti è
"l'insieme delle attività finalizzate alla
registrazione e segnatura di protocollo, nonché
alla classificazione, organizzazione,
assegnazione, reperimento e conservazione dei
documenti amministrativi formati o acquisiti
dalle amministrazioni, nell'ambito del sistema di
classificazione d'archivio adottato, effettuate mediante sistemi informatici"
A questo punto io mi sono fermata a meditare; la
normativa è complessa, ma inizialmente assai ben
strutturata: i principi generali e l'ambito di
applicazione parlano di ambiente informatico. La
trasposizione dei metadati in ambiente cartaceo è
un'altra faccenda. Perché dunque il protocollista
dovrebbe firmare digitalmente i metadati di
protocollazione in ambiente digitale se mai li ha
firmati in ambiente cartaceo? Il protocollista
non deve autenticarsi quando accede al sistema?
Quindi utilizza una firma digitale leggera che,
secondo la normativa, è sufficiente.
Il problema a mio parere scivola su tutti gli
altri: o si fa gestione documentale sul serio
applicando tutti (e non solo i protocollisti!) il
comma u) dell'articolo 1 del CAD - o non ne usciamo.
Anche il problema della messaggistica della posta
elettronica certificata è molto complesso. Per la
gestione ad oggi non ho risposte, sto piuttosto
raccogliendo tanti dubbi e tante domande. Tra i
primi problemi da affrontare c'è sicuramente
quello della gestione delle diverse mail per
ciascun documento con oggetti completamente
scollegati alle registrazioni di protocollo in
entrata/uscita dai nostri enti. Lì si che
dovremmo inventare una nuova figura di
protocollista che collega e gestisce le
registrazioni di protocollo con le ricevute della PEC!
Anche l'APSS segue con attenzione le risposte e
le soluzioni delle altre amministrazioni: occorre
infatti proseguire con un confronto strettissimo
e, possibilmente, soluzioni condivise.
Anna Guastalla
Servizio Affari generali e legali
Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari
Via Degasperi, 79
38100 Trento
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anna.guastalla@apss.tn.it