Messaggio da Archivi23 del 25/10/2009Date: Sun, 25 Oct 2009 02:01:48 +0200
From: TOCCAFONDI DIANA MARTA
dianamarta.toccafondi@beniculturali.it Cari amici e colleghi,
vi inoltro la risposta che ho inviato a Repubblica per l'articolo di Michele Serra del 23 ottobre.
Diana Toccafondi
Egregio Direttore,
c'è veramente di che rimanere sconcertati davanti alla cattiva informazione che in questi giorni circola, sulla stampa nazionale e locale, a proposito delle vicende passate e presenti dell'archivio Vasari!
Ma se è comprensibile che molti non conoscano la storia, lunga e tormentata, di queste Carte, è certamente inaccettabile che dalla palese ignoranza dei fatti e degli antefatti si passi,come fa Michele Serra nel suo articolo "Se si muove Putin", apparso su La Repubblica del 23 ottobre, a muovere accuse ed avanzare sospetti nei confronti di chi sta combattendo in prima linea la battaglia per la tutela e la salvaguardia di questo Archivio. Sono infatti più di venti anni che la Soprintendenza Archivistica per la Toscana provvede, con passione e tenacia, a tutelare l'archivio Vasari con tutti gli strumenti scientifici e giuridici a sua disposizione: prima con le dichiarazioni di notevole interesse storico, poi con la proposta di vincolo pertinenziale alla Casa Museo, accolta e tradotta in decreto nel 1994 dall’allora Ministro dei Beni Culturali Alberto Ronchey. Vincolo poi difeso vittoriosamente in giudizio dalla stessa Soprintendenza Archivistica davanti al TAR Toscana, cui gli eredi avevano fatto ricorso per chiederne l’annullamento.
E' appena il caso di ricordare che quando l'Amministrazione Comunale di Arezzo (giunta Lucherini), titolare del "deposito perpetuo" dell'archivio vasariano fin dal 1921, decise di abbandonare la battaglia legale per la conservazione di questo "diritto” e dovette perciò procedere, nel 2005, alla restituzione dell'Archivio al proprietario Giovanni Festari, fu solo in virtù del vincolo pertinenziale che si potettero contenere i danni: la restituzione fu per fortuna meramente formale e questo bene culturale potè rimanere nel suo contesto storico originario, la casa del Vasari ad Arezzo.
E altrettanto vanno ricordati tutti i tentativi fatti per aprire con la proprietà una trattativa privata che rendesse possibile l'acquisizione dell’Archivio da parte dello Stato, l'ultimo dei quali condotto nel 2005 e fallito per le esorbitanti richieste avanzate dal proprietario, che ha sempre rifiutato di riconoscere i vincoli posti sulle carte, manifestando una considerazione puramente venale di questo grande patrimonio culturale..
Per quanto poi riguarda le recenti vicende, e quella che nel suo articolo Serra definisce “la cronologia piuttosto sconcertante della vicenda”, sarà bene mettere le cose nel loro giusto ordine: fin da luglio, non appena la Soprintendenza venuta a conoscenza dell’intenzione di vendere l’Archivio Vasari si è subito attivata, di concerto con il Ministero, sia respingendo la prima denuncia di vendita che trasmettendo gli atti alla magistratura. Alla fine di settembre è pervenuta una seconda denuncia, integrata con altri elementi. A questa ha fatto seguito la nostra comunicazione agli Enti, ivi compreso il Comune di Arezzo: una comunicazione in cui si è voluto, del tutto strumentalmente, vedere una manifestazione di fredda burocrazia, mentre si trattava di un passaggio obbligato previsto dal Codice dei Beni Culturali (e di cui il Sindaco era stato preventivamente informato), emesso mentre proseguivano approfondimenti e accertamenti su pi fronti.
Questi i fatti. In ogni modo, dati i tempi che corrono (tempi in cui, come è noto, chi più grida e più si agita più viene ascoltato) almeno un vero, grande torto va riconosciuto all'azione di tutela svolta per circa un ventennio dal Ministero e dalla Soprintendenza Archivistica: quello di aver agito, senza inutili protagonismi, all’unico scopo di salvaguardare il patrimonio, utilizzado al meglio la competenza scientifica e le leggi di tutela vigenti, e, soprattutto, nella convinzione di rendere così un servizio alla cultura e al Paese.
Diana Toccafondi
Soprintendente Archivistico per la Toscana