FPA, 14/03/2019, Carlo Mochi Sismondi, Presidente FPA
Il piano triennale di AgID: 90 azioni per la PA digitale
Lo aspettavamo alla fine dell’autunno, è arrivato mentre sta affacciandosi la primavera, ma ora il Piano Triennale 2019-2021 “per l’informatica nella Pubblica Amministrazione”, come lo chiama la obsoleta dizione ufficiale, è firmato e pubblicato e si presenta ambizioso ed articolato.
Novanta linee d’azione suddivise in nove aree tematiche e in 34 paragrafi che sono altrettanti obiettivi; una più ricca analisi statistica (finalmente) dell’esistente e della relativa spesa; una completa disamina della legislazione italiana ed europea e, infine e soprattutto, un dettagliato elenco di puntuali indicazioni per le amministrazioni, con tanto di scadenze, fanno di questo piano uno strumento di lavoro completo e immediatamente utilizzabile sia per le PA che devono programmare la loro transizione al digitale, sia per le imprese che devono decidere se e come investire risorse e ricerca nel mercato pubblico italiano, in un ambiente internazionale fortemente competitivo.
Molte le conferme rispetto al precedente piano, di cui questo ricalca l’impostazione di massima senza clamorose discontinuità, ma molte anche le novità. Prima di tutto una notazione di metodo: mi pare di leggere una maggiore attenzione ad accompagnare gli attori, ossia amministrazioni, imprese e cittadini, in questo potenzialmente infinito percorso di crescita nell’ecosistema digitale. Un percorso che per ciascun ente è sì di cambiamento di processi, ma che porta con sé, in una continua crescita, anche i concetti piagetiani di assimilazione e accomodamento e richiede, quindi, un’attenta funzione formativa e di accompagnamento, da intendersi quasi come un mentoring delle organizzazioni. Questa attenzione è dimostrata anche dalla “guida interattiva” al piano che permette approcci “profilati” e che sarà, penso, oggetto di una necessaria e successiva implementazione.
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Purtroppo, ad oggi la risposta non può che essere fortemente dubitativa. È quindi necessario che sia data alla “fabbrica” AgID la possibilità di rafforzarsi, di meglio organizzarsi, di dotarsi di risorse sufficienti per un compito che appare sempre più decisivo. Essere l’attore responsabile della esecuzione del piano non è infatti una diminuzione, è anzi un ruolo alto e fondamentale, senza il quale ogni decisione strategica, che a mio parere non può comunque essere in capo a chi esegue, sarebbe un puro esercizio retorico.