Corriere delle Alpi, 22/06/2016, di Martina Reolon
Il Vajont tra le “Memorie del Mondo”
Inviata la documentazione per la tutela dell’archivio processuale. Visalli: «Tutti devono conoscere ciò che è accaduto»
Un valore universale dato dal fatto che la tragedia del Vajont e le gravi responsabilità che l’hanno causata trascendono i confini nazionali e l’importanza locale, assumendo rilevanza per le generazioni presenti e future dell’intera umanità. E questo ne giustifica la richiesta di protezione permanente da parte della comunità internazionale.
Queste le motivazioni con cui gli Archivi di Stato di Belluno e de L’Aquila hanno inviato a Parigi, il 31 maggio, la richiesta di inserimento dell’archivio processuale del Vajont nel registro delle “Memorie del mondo dell’Unesco”.
L’idea è nata dall’architetto Irma Visalli, a seguito della sua esperienza lavorativa con l’Archivio storico Luce, già inserito nelle Memorie del mondo 2013 (e che, tra l’altro, contiene filmati sul Vajont). «Un’idea fatta propria dall’associazione culturale Tina Merlin», spiega la Visalli, «che ha sottoposto la proposta a Fondazione Vajont e Archivio di Stato di Belluno. Si è poi costituito un gruppo proponente che, avvalendosi del supporto della Commissione italiana Unesco, ha condiviso motivazioni, obiettivi e significato della candidatura».
«La candidatura è un ulteriore tassello nel percorso per il mantenimento della memoria del Vajont», mette in risalto il sindaco Padrin, presidente della Fondazione. «Abbiamo concluso tutta l’operazione di digitalizzazione dell’Archivio del Vajont. Ora si tratta di metterlo a disposizione di tutti attraverso
le nuove tecnologie. Stiamo cercando le risorse e abbiamo contattato il ministero per i Beni culturali».
«Come sopravvissuti abbiamo avuto sempre a cuore il tema del ricordo», dice Micaela Coletti, presidente del Comitato. «Questa candidatura va esattamente in questa direzione».