Riforma del MIBACT: stato dell'arte

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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 27/12/2014, 2:08

DIREZIONE GENERALE ARCHIVI: Mario Guarany

E forse è un'altra semplice coincidenza il nome di un altro super dirigente del ministero di Dario Franceschini.
Si tratta di Mario Guarany, direttore generale dell'Organizzazione. Secondo fonti bene informate, sarebbe cugino
di primo grado di Carlo Maria Guarany, manager del sistema cooperativo della «29 Giugno».
Mario Guarany è un dirigente del ministero dell'Economia in servizio presso i Beni Culturali dove è stato anche
capo di gabinetto vicario dietro Salvo Nastasi, marito della figlia di Giovanni Minoli (a sua volta cugino di Giovanna
Melandri) ed entrato per la prima volta al Collegio Romano nel 2001 proprio con la Melandri.
Ecco sono solo coincidenze, casualità.
In un mondo dove ci sono solo sei gradi di separazione tra gli individui, le distanze ai Beni Culturali si accorciano
moltissimo.


Da Il Giornale.it, 13/12/2014 di Gian Maria De Francesco :
Così la sorella del boss inguaia Melandri e Veltroni
Anna Maria Buzzi è un dirigente del ministero dei Beni culturali. La sua carriera ha visto un'escalation con i due ministri Pd
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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 27/12/2014, 0:38

Da Corriere della Sera, Roma, cronaca, di redazione, 26/12/2014:

Mibact, online i direttori generali
Cgil:«Nuove nomine,vecchia politica»


Ugo Soragni alla direzione generale dei musei e Federica Galloni all’arte contemporanea. Il sindacato: «È una scelta sconsiderata»Esclusa la sorella di Buzzi.

...
Le nomine
Le nomine non hanno riguardato invece le direzioni cinema, spettacolo e turismo, che non sono state toccate dalla riforma del ministero firmata da Franceschini. Di seguito le nuove direzioni con i responsabili:
1) DIREZIONE GENERALE ORGANIZZAZIONE: Gregorio Angelini
2) DIREZIONE GENERALE MUSEI: Ugo Soragni
3) DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA: Gino Famiglietti
4) DIREZIONE GENERALE ARTE E ARCHITETTURA CONTEMPORANEE E PERIFERIE URBANE: Federica Galloni
5) DIREZIONE GENERALE ARCHIVI: Mario Guarany
6) DIREZIONE GENERALE BIBLIOTECHE E ISTITUTI CULTURALI: Rossana Rummo
7) DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA: Nicola Borrelli
8) DIREZIONE GENERALE PER LO SPETTACOLO : Salvatore Nastasi
9) DIREZIONE GENERALE TURISMO: Onofrio (Ninni) Cutaia
10) DIREZIONE GENERALE BILANCIO: Paolo D’Angeli
11) DIREZIONE GENERALE BELLE ARTI E PAESAGGIO: Francesco Scoppola
12) DIREZIONE GENERALE EDUCAZIONE E RICERCA: Caterina Bon Valsassina
...
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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 24/12/2014, 17:25

Alla vigilia di Natale fuori i nomi dei nuovi direttori del MIBACT.
Persino qui stava per arrivare la "mafia "romana.

Da IlMessaggero.it, 23/12/2014, di Laura Larcan:

Beni culturali, pronte le nomine dei direttori: salta la Buzzi, sorella del socio di Carminati

Dall’archeologia alle Belle Arti, passando per biblioteche, educazione e bilancio, sono pronte le nomine dei nuovi direttori generali del Ministero per i Beni culturali e per il turismo. Un primo passaggio strategico per la rivoluzione di Dario Franceschini. E per la guida dei musei salta la poltrona di Anna Maria Buzzi, sorella di Salvatore Buzzi, uomo-chiave dell’inchiesta Mafia Capitale, che fino ad oggi ha guidato la direzione per la Valorizzazione, competenza che sembrava naturale passare ai Musei. Al suo posto è stato nominato l'architetto Ugo Saragni. Esce di scena, dunque, Anna Maria Buzzi, finita anche lei nelle intercettazioni del fratello, "patron" della Cooperativa 29 Giugno arraffa-appalti d'oro, ma non indagata.

Quanto al decreto Franceschini, la vera e attesa svolta sarà dopo la pubblicazione, in programma per il 9 gennaio sulla testata del The Economist, del bando per la ricerca internazionale dei venti direttore top manager per musei e istituzioni che avranno una gestione autonoma (dal Colosseo a Pompei, dagli Uffizi alla Galleria Borghese). Per questo primo step, si è trattato di un “rimescolamento” di poltrone.

Le indiscrezioni sul toto-nomi si sono rincorse fino in serata. Per la formalizzazione del processo di nomina si attende domani (martedì 23 dicembre) con il visto ufficiale del Ministero della Pubblica amministrazione. Ma da quanto si apprende, la nuova squadra dei direttori generali è pronta, tra riconferme, scambi e new entry.

Ecco tutti i nomi. Ugo Soragni, come dicevamo sopra, l’architetto che ha curato gli interventi alla Reggia di Caserta, vola alla Direzione Musei, mentre Francesco Scoppola guiderà le Belle arti e paesaggio. Caterina Bon Valsassina sbarca all’Educazione e ricerca, lasciando la direzione regionale della Lombardia, e Federica Galloni, fino ad oggi direttore regionale del Lazio, prende la poltrona della direzione per l’Arte e architettura contemporanee e periferie urbane.

Gino Famiglietti resta alla direzione per l’Archeologia, forte della sua lunga esperienza alla direzione del Molise. Confermata Rossana Rummo che rimane in tema di “carte”, guidando la direzione generale Biblioteche, seguita da Mario Guarany cui spettano gli Archivi. Gregorio Angelini occupa la direzione Organizzazione del personale, mentre a Paolo D’Angeli spetta il Bilancio.

Le direzioni a Cinema, Spettacolo dal vivo e Turismo non sono state toccate dalla riforma di Franceschini, quindi i direttori rimangono in carica fino a scadenza naturale. Vale a dire, tra un anno. Nel dettaglio, Nicola Borrelli al Cinema, Salvo Nastasi allo Spettacolo, Onofrio Cutaia al Turismo.
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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 24/12/2014, 1:01

Interessante ma nello stesso tragico il testo di questo articolo
su Roars.it di Giovanna Murano, 18 dicembre 2014:

Così muore una biblioteca!

Il 10 dicembre è entrata in vigore la riforma del ministero dei Beni e delle Attività culturali e, come ha ricordato Tullio Gregory, con essa «il processo di liquidazione del patrimonio archivistico e librario giunge al suo esito estremo». La legge declassa le biblioteche di conservazione, le priva del ruolo dirigenziale e ne affiderà la direzione a funzionari privi di specifica preparazione. Tra le biblioteche colpite dal declassamento la Medicea Laurenziana di Firenze che con il suo patrimonio di oltre 11.000 manoscritti e 2.500 papiri è tra le più insigni del mondo. Dopo anni di tagli si era sperato in una decisiva inversione di rotta, in segnali positivi che non ci sono stati. La legge appena entrata in vigore condanna alla morte per estinzione biblioteche il cui patrimonio il mondo ci invidia.

Il 10 dicembre è entrata in vigore la riforma del ministero dei Beni e delle Attività culturali e, come ha ricordato Tullio Gregory dalle pagine del Corriere (29 nov.), con essa «il processo di liquidazione del patrimonio archivistico e librario giunge al suo esito estremo». La legge che riforma per l’ennesima volta il ministero voluto da Giovanni Spadolini declassa le biblioteche di conservazione, le priva del ruolo dirigenziale e ne affiderà la direzione a funzionari privi di specifica preparazione.

L’autonomia tecnico amministrativa è stata reinserita (pare per una svista) nel D.M. a seguito delle proteste della comunità scientifica, dopo essere stata cancellata, tuttavia biblioteche come la Braidense di Milano e l’Estense di Modena avranno dirigenti museali, altre dipenderanno dalla Direzione Generale Biblioteche (vd. la replica del ministro Franceschini del 1 dic. sul Corriere).

Dirette da una professionalità diversa da quella di un bibliotecario, è evidente che l’autonomia tecnica scientifica della Estense e della Braidense sarà indirizzata alla parte museale, piuttosto che alla biblioteca. Per le restanti non è chiaro come potrà attuarsi l’autonomia se il direttore sarà un funzionario che non potrà assumersi responsabilità che vanno al di là delle proprie specifiche competenze scientifiche e dovrà sempre e comunque interfacciarsi con i propri superiori gerarchici a Roma (questi ultimi non sempre pienamente coscienti del valore dei beni che hanno la responsabilità di tutelare)[1].

Tra le biblioteche colpite dal declassamento la Medicea Laurenziana di Firenze che con il suo patrimonio di oltre 11.000 manoscritti e 2.500 papiri è tra le più insigni del mondo. Iniziata da Cosimo il Vecchio e poi ...
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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 23/12/2014, 23:48

Anche le associazioni degli storici hanno inviato al ministro Franceschini una lettera in merito alla riforma:

A:
On. Dario Franceschini
Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mibact)

Da:
Giuseppe Petralia, Presidente della Società Italiana degli Storici Medievisti (Sismed)
Marcello Verga, Presidente della Società Italiana per la Storia dell'Età Moderna (Sisem)
Agostino Giovagnoli, Presidente della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (Sissco)
Isabelle Chabot, Presidente della Società Italiana delle Storiche (Sis)

Roma, 17 dicembre 2014

I presidenti e i direttivi della Sisdem, della Sisem, della Sissco, la presidente e il direttivo della Sis, convinti della grande importanza rivestita dal sistema archivistico-bibliotecario italiano, esprimono una forte preoccupazione per il progressivo, grave degrado a cui esso è andato incontro negli ultimi anni. Tale preoccupazione è accresciuta dalla constatazione che numerosi appelli, da essi e da altri promossi o sostenuti, non hanno ancora ricevuto adeguata attenzione. In particolare fanno presente che:

1. Il sistema bibliotecario e archivistico ha subìto continui tagli di risorse.

2. Il personale in servizio è in numero progressivamente decrescente poiché non c'è stata una politica di turn over rispetto ai pensionamenti.

3. Alcuni istituti archivistici e bibliotecari sono in una grave e cronica condizione di sotto organico.

4. La condizione delle Biblioteche più importanti e di alcuni Archivi di Stato è tale da costringere i responsabili a una continua riduzione di orari all'utenza.

5. Per gli studiosi è diventato sempre più arduo poter consultare quotidiani poiché le emeroteche principali (bastino gli esempi della Biblioteca nazionale centrale di Firenze e della Biblioteca nazionale centrale di Roma) sono chiuse o non hanno strumentazioni funzionanti.

6. Il più importante archivio per la storia dell'Italia contemporanea, e cioè l'Archivio Centrale dello Stato, subisce da anni una continua restrizione degli spazi necessari a ospitare il materiale documentario (il trasferimento di documentazione a Pomezia è in questo senso emblematico).

7. I locali di molte biblioteche e di molti archivi sono in stato di degrado e le risorse di cui le une e gli altri dispongono sono insufficienti anche per gli interventi ordinari.

8. Il sistema di conservazione e di manutenzione non è sostenuto da risorse congrue e la digitalizzazione di giornali, documenti a stampa e documenti a foglio non ha avuto un incremento sufficiente (mentre cresce il ritardo nell'affrontare il problema della conservazione di documenti che nascono già digitali).

9. Il budget destinato agli archivi è in larga misura "eroso" dal pagamento degli affitti, né si è mai posta concretamente in essere una politica di riuso di strutture pubbliche in abbandono (come caserme ed altro).
10. L'esternalizzazione di molti servizi non ha comportato, nella sua applicazione, un beneficio sicuro (ad esempio, in molte biblioteche non è possibile fare fotocopie perché il concessionario non ha ricevuto il rinnovo dell'accordo).

11. L’assenza di un complessivo investimento a lungo termine, in termini di memoria e di “identità nazionale”, che la tutela del patrimonio archivistico e bibliotecario sottende.

Per far fronte a questa situazione di progressivo degrado è necessaria una strategia complessiva, ma sono necessari anche investimenti adeguati. La difficoltà di reperire tali investimenti, infatti, non deve costituire motivo per rinunciare a sviluppare una strategia in grado di affrontare i problemi del sistema archivistico-bibliotecario nel loro complesso.
Le società delle storiche e degli storici prendono atto positivamente della volontà di realizzare una riforma del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mibact). Chiedono però che tale riforma, animata dal condivisibile proposito di valorizzare anche sotto il profilo economico ciò che può e deve essere valorizzato (in particolare i grandi musei) non penalizzi, direttamente o indirettamente, archivi e biblioteche che per loro natura non sono in grado di offrire ritorni economici dei servizi da loro offerti.
Le società delle storiche e degli storici raccomandano inoltre di evitare che venga contratto in modo insostenibile sotto il profilo numerico o eccessivamente depotenziato sotto il profilo gerarchico il personale dirigente di archivi e biblioteche; che vengano operate concentrazioni di responsabilità e di competenze difficilmente gestibili, come nei casi di Bologna e di Torino; che si operino aggregazioni troppo ampie di più sovrintendenze archivistiche fino ad assegnare ad un’unica sovrintendenza fino a tre regioni diverse (Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia).
Le società delle storiche e degli storici, infine, mentre ringraziano il Ministro Franceschini per la Sua attenzione, dichiarano la loro piena disponibilità a collaborare, per quanto è nelle loro possibilità, alla riorganizzazione del sistema archivistico-bibliotecario al fine di salvaguardare il prezioso patrimonio culturale da questo conservato.

Grati della cortese attenzione, porgono i loro distinti saluti

Giuseppe Petralia , Presidente Sismed
Marcello Verga, Presidente Sisem
Agostino Giovagnoli, Presidente Sissco
Isabelle Chabot, Presidente Sis
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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 21/12/2014, 10:43

Lettera dell'Anai al Ministro del Mibact, on. Dario Franceschini

Al Signor Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, On. Dario Franceschini

Signor Ministro,

pervengono a questa Associazione varie segnalazioni relative a questioni delicate delle cui implicazioni sulla comunità archivistica il Consiglio direttivo desidera che Ella sia portato a conoscenza:

la prima questione concerne la imminente nomina del nuovo Direttore generale per gli Archivi. L'Associazione auspica che si ritorni anche per questa Direzione alla giusta prassi di nominare al vertice di tutte le Direzioni generali tecniche un professionista del settore. E' necessario essere archivisti di alta competenza scientifica e culturale per ricoprire nel modo più efficace quel ruolo, anche se ciò non basta; occorre infatti essere personalità integerrime, avere alta capacità gestionale (ad es. in merito all'esigenza generale di nuovi depositi, anche in riferimento ai versamenti degli uffici statali passati da 40 a 30 anni dalla chiusura dei fascicoli, e in relazione con l'applicazione della Direttiva Renzi sull'accessibilità degli atti riservati) ed essere disposti a dedicarsi pienamente a tale impegno mettendo a frutto le migliori risorse umane di cui il settore dispone, trovando soluzioni razionali e innovative a problemi aggravati da carenze di ogni genere in un settore fortemente penalizzato da molti anni, attivando anche sinergie con altre istituzioni preposte per affrontare gravi questioni come quella degli archivi digitali nelle pubbliche amministrazioni, sostenendo la coincidenza di interessi tra l'efficacia amministrativa, la difesa dei diritti dei cittadini, la trasparenza democratica e la tutela della memoria storica.

Il secondo tema è la questione della subordinazione gerarchica ('accorpamento') di istituti non dirigenziali di una tipologia diversa, come gli archivi di Stato, a musei e poli dirigenziali di un'altro settore. Le associazioni nazionali degli operatori museali, degli archivisti e dei bibliotecari lavorano da tempo - nel quadro del coordinamento MAB fondato quattro anni fa - allo sviluppo di proficui rapporti di collaborazione interprofessionale e interistituzionale. Tuttavia si evidenzia il grave rischio che il combinato disposto dell'art. 20 dello schema di DM sull'organizzazione degli Istituti, in relazione con l'art. 30, c.4 del DPCM di riorganizzazione del Ministero, porti ad accorpamenti gestionali di istituti archivistici a musei o poli museali (di fatto alla completa subordinazione al dirigente dell'altro settore) del tutto disomogenei e incongrui, pur se si conferma che i direttori degli archivi saranno nominati dalla rispettiva Direzione generale. Si ritiene necessario garantire in modo efficace le interazioni virtuose nella gestione di sedi, servizi e attività e iniziative di valorizzazione comuni effettivamente omogenee tra istituti vicini, in altro più adeguato modo in forma di collaborazione istituzionale o coordinamento, senza sopprimere di fatto l'autonomia tecnico-scientifica di quelli archivistici non dirigenziali, che devono continuare a dipendere, con il loro funzionario delegato, dall'Amministrazione archivistica come previsto dal predetto DPCM.

Si desidera infine segnalarle il rischio che venga consolidata con l'approvazione di una tabella l'assurda distribuzione del personale scientifico tra gli istituti archivistici sul territorio nazionale. Si tratta, com'è noto, della pesante eredità di scelte politiche sbagliate che risalgono a decenni fa (in primis la legge 1 giugno 1977 n. 285 sull'occupazione giovanile, che riempì gli organici del Ministero con personale inizialmente assunto senza un concorso pubblico). L'Associazione è consapevole che non è ragionevole ipotizzare il trasferimento d'autorità di molte persone a pochi anni dalla pensione, con stipendi modesti e radicamenti familiari nel luogo di lavoro attuale. Tuttavia occorre assolutamente evitare che l'eventuale consolidamento normativo dell'attuale squilibrio, talora clamoroso, renda impossibile la progressiva ricostruzione di organici ottimali anche per gli istituti ora carenti, mediante nuovi concorsi, adottando criteri oggettivi di una più razionale distribuzione.

La ringrazio fin d'ora per voler prendere in considerazione le segnalazioni di cui sopra e La prego di accogliere, Signor Ministro, i miei migliori saluti.

A nome del Consiglio direttivo dell'Associazione,

Marco Carassi

Presidente ANAI
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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 09/12/2014, 2:42

L'Associazione R. Bianchi Bandinelli ha posto 10 domande al ministro dei BBCC Franceschini

“Caro signor Ministro…” Dieci domande a Dario Franceschini sulla riforma del MiBACT

1.Sa il ministro Dario Franceschini come sono state ridotte le strutture che gestiscono i musei e i luoghi della cultura del nostro paese? Sa il ministro che il personale scarseggia drammaticamente e che un’organizzazione burocratica rende la gestione quotidiana e la programmazione di ogni attività una corsa a ostacoli?

2. Non sarebbe più sensato, signor ministro, riformare le strutture museali e metterle in condizioni di lavorare al meglio invece di sganciarle dalle soprintendenze pensando che un grande direttore venuto dall’estero possa governare una macchina che funziona così male? Lei sa che all’estero i direttori sono affiancati da strutture amministrative e finanziarie forti e che tali strutture da noi non esistono?

3. Il ministro sa che se schiere di bibliotecari, archivisti, archeologi, storici dell’arte super ...


Dal sito dell'Associazione, 08/12/2014
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Re: Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 01/12/2014, 15:21

La risposta del Ministro Franceschini a Tullio Gregory
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Riforma del MIBACT: stato dell'arte

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 01/12/2014, 10:07

Intervento critico di Tullio Gregory sulla riforma MIBACT
Corriere della Sera, 29/11/2014
*
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