Umbriaecultura, 15/03/2019
Anche il patrimonio umbro nella Rete degli Archivi Sonori
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Tra i sei archivi regionali, anche l’Archivio Sonoro dell’Umbria che, prima ancora di essere inaugurato in regione, arriva a Roma con la sua ricca dotazione di canti e musiche, dalle registrazioni ternane di Alessandro Portelli fino all’imponente fondo di Valentino Paparelli, composto da poco meno di 1500 documenti, frutto di registrazioni sul campo effettuate in massima parte dal 1973 al 1980: il più vasto archivio privato di musiche tradizionali della regione, con un’ampia e articolata documentazione di repertori e forme espressive, dal canto narrativo -sia nell’ambito epico-lirico sia nelle forme per cantastorie e da foglio volante- al monostrofismo imperfetto -nelle forme monodiche, in quelle bivocali e in quelle accompagnate dagli strumenti a mantice, in contesto di lavoro o in quello di festa-, dal canto rituale e processionale all’improvvisazione poetica in ottava rima, dai repertori per la danza al canto sociale e di protesta.
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