COLAP, newsletter, 22/12/2017
“Equo Compenso per tutti i professionisti, la proposta 4582.”
A cura dell’ On. Cesare Damiano – Presidente Commissione Lavoro della Camera dei Deputati
La proposta di legge n.4582 “Disposizioni in materia di equo compenso nell’esercizio delle
professioni regolamentate e del lavoro autonomo” deve essere inquadrata in una riflessione che va
via via crescendo tra gli studiosi, gli attori istituzionali e politici, i dirigenti sindacali e associativi: la
svalutazione del lavoro nelle sue varie forme e articolazioni sia per il lavoro dipendente sia per il
lavoro professionale.
Tale proposta è finalizzata a tutelare l'equità del compenso dei professionisti iscritti a un Ordine,
Albo o Collegio professionale e dei professionisti non organizzati in ordini, albi o collegi nei
confronti della Pubblica Amministrazione.
La proposta vuole allargare la previsione dell’equo compenso all’intero settore professionale
italiano (ordinisti e associativi), con la previsione di equo compenso per i professionisti ai sensi
della legge 4/13, limitatamente ai rapporti con la PA, che è il committente principale e la parte
contrattuale più forte. E’ il vero primo passo per sanare l’inaccettabile squilibrio contrattuale nel
mondo delle professioni ovvero il rapporto tra professionisti ai sensi della legge 4/13 e la PA.
L’esempio di Catanzaro, con un bando per l’urbanizzazione nel quale agli ingegneri e agli architetti
si attribuisce il compenso di un euro, rappresenta un paradosso inaccettabile: il Consiglio di Stato
nonostante il ricorso vinto al Tar, è intervenuto ed ha definitivamente cristallizzato il principio
secondo cui, in Italia, è legittimo che i professionisti possano lavorare gratuitamente per
l’Amministrazione Pubblica committente. L’impegno per rivalutare il lavoro, quindi, deve muoversi
in ogni direzione e deve in particolare contrastare la concorrenza sleale, i contratti «pirata», le
gare d’appalto al massimo ribasso e la competizione puramente sui costi, a prescindere dalla
qualità del prodotto. Come si ritiene utile stabilire un salario minimo per legge per i lavoratori privi
di un contratto nazionale di riferimento, così si ritiene necessario intervenire, sull’equo compenso
per il lavoro autonomo.
ll tema dell’equo compenso per le professioni, di cui alla legge 4/2013, nei rapporti con la P.A.,
deve essere affrontato anche in relazione alle modalità di determinazione dei parametri. A tale
fine, anche a seguito di un incontro con le organizzazioni più rappresentative di questi lavoratori, si
è pensato che il luogo più opportuno fosse il tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro
autonomo previsto dalla legge 22 maggio 2017, n. 81, integrato con i rappresentanti del Ministro
per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione e i rappresentanti delle associazioni di tali
figure professionali.
Il tema è delicato, ma è una battaglia che stiamo conducendo tutti insieme per realizzare una
piccola rivoluzione legislativa, come fatto con lo Statuto del Lavoro Autonomo e come si sta
facendo anche con la proposta di riforma delle Casse Previdenziali. E’ necessario rompere
quell’involucro che ci chiude dentro la logica dell’austerità a tutti i costi che sacrifica in toto anche
la dignità del lavoro.
E’ sempre utile buttare il seme: poi la pianta cresce. Sono cresciute delle cose oggi, impensabili
solo ieri. Le battaglie si vincono o si perdono, ma noi non possiamo esimerci dal farle con
convinzione e tenacia.