Torino: progetto Sas nel Polo del ’900 di Torino

Torino: progetto Sas nel Polo del ’900 di Torino

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 04/12/2018, 1:37

Avvenire.it, 29/11/218, Giuseppe Matarazzo

Polo del '900, se in archivio si trova il colore

Le intelligenze artificiali entrano nell'istituzione torinese con il progetto Sas:
una nuova interfaccia supera la tradizionale ricerca per parola-chiave e crea nuove connessioni fra storia e presente


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Ma oggi a Torino si inaugura un progetto in grado di offrire qualcosa di più. Potremmo chiamarla la rivoluzione del colore. O della forma. O dei concetti. Perché al Polo del ’900 – istituzione culturale (visitata proprio lunedì anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) che racchiude 19 importanti archivi – sarà possibile cercare documenti, notizie, testimonianze non solo e non tanto con la tradizionale formula della parola-chiave, ma proprio a partire dal colore, dalla forma, dal concetto. Archivi che – grazie all’intelligenza artificiale – dialogano con chi effettua la ricerca. Una ricerca 4.0, il digitale applicato alla memoria. Per parlare a tutti, dai più giovani ai più anziani, con una nuova interfaccia che apre gli scaffali della storia e li rende fruibili anche a chi non è abituato a questi luoghi. Fuori dagli usuali schemi mentali. Un percorso possibile grazie al progetto Sas – Smart Archive Search che nasce dalla collaborazione fra il Polo del ’900 e il centro di ricerca Her - Human Ecosystems Relazioni di Roma con il sostegno della Compagnia di San Paolo, nell’Anno europeo del patrimonio culturale. Gli agenti software intelligenti analizzano gli archivi raccogliendo titoli, metadati e contenuti, accorpandoli secondo pattern ricorrenti: forme, colori, concetti, nomi, indicazioni di luogo...
Come dire, l’archivio sarà vivo se sarà usato: «Se un software attraverso modalità nuove permette la partecipazione della gente, l’archivio allora riprende vita». Tecnologia al servizio della cultura, come avviene in fondo per l’arte (pensiamo alla diffusione di mostre immersive, dove i capolavori non ci sono, ma vengono abitati, vissuti attraverso video, proiezioni, ambienti virtuali). «Bisogna entrare nella logica per cui il digitale non è uno strumento tecnologico – riprende Arcagni – ma un modo di pensare. Dobbiamo metterci in testa che noi siamo tecnologia ed evolviamo con le tecnologie che cambiano e si evolvono con noi».

A dare una dimensione vitale e partecipativa agli archivi del Polo del ’900 sono due artisti ed esperti di inclusione digitale: Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, che oltre ad aver lavorato allo Smart Archive Search hanno realizzato una installazione visuale intitolata Legami che a partire dalle news pubblicate in tempo reale da giornali, riviste,
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