Il futuro prossimo

Re: Il futuro prossimo

Messaggioda svassallo » 16/10/2012, 17:03

Mi verrebbe da rispondere come Daniel Pitti all'ultimo incontro sulla revisione di EAD: "sono troppo stanco per spiegarvelo un'altra volta".

A parte gli scherzi non mi resta che dire amen, fate come vi pare. Il giocattolo è vostro gestitevelo voi, magari anche questo forum :D

Ciò che spiace è che dopo N-anni di collaborazione e frequentazioni non sia riuscito a farvi capire cosa sia l'opensource. Intendiamoci non sto dicendo che sbagliate a non fare come dico io, sto dicendo che sono rammaricato che non comprendiate appieno le implicazioni di questo punto di vista (e che implica anche il mandarsi bonariamente a quel paese coram populo, non dietro le quinte... non ci vedo nulla di male ad analizzare criticamente in pubblico - visto che i soldi erano e sono pubblici - le scelte che abbiamo fatto, sì abbiamo perché non ho mai negato di aver fatto parte del gruppo di lavoro di Archimista, anzi ne sono orgoglioso 8-) ).

Torniamo a parlare delle "cose da fare". O meglio a informare, perché parlare evoca un dialogo. Forse a quel punto meglio il blog (a cui del resto si rimanda), con commenti chiusi, in maniera tale che sia più chiaro il tutto :)

ps immagino che con "come fare" io e Roberto intendiamo cose diverse quando dice "Il “come fare” viene deciso da chi effettua lo sviluppo"... Io mi riferisco alla fase di progettazione e di "disegno" di una determinata funzionalità. Ad esempio se bisogna migliorare i report e gestire lì gli indici (non ho idea se questo sia oggetto di intervento o meno è solo un esempio) sarebbe abbastanza preoccupante fossero gli sviluppatori (anche se in questo caso si tratta di persone che dal mio punto di vista godono della più cieca fiducia e che risultano essere un caso particolare e privilegiato in quanto a competenze nei beni culturali) a decidere dove mettere gli indici, come creare i legami (non dal punto di vista del db ovviamente), convenzioni grafiche etc. Confido che quello sia il compito di un archivista e gli sviluppatori implementino (nel senso tecnico del termine) quelle specifiche. Troverei piuttosto stupefacente il contrario, ma appunto sono strasicuro intendessimo cose diverse con la locuzione "come fare"

ok l'esempio degli indici è un po' estremo (nemmeno tanto, visto che, ad esempio, l'attuale resa del titolo attribuito in archimista è sbagliata almeno secondo le convenzioni che ogni archivista della penisola usa) ma è per dire che soluzioni come questa immagino e sono sicuro siano frutto di uno (o più) archivista/i (che se ne assume la responsabilità :mrgreen: ) se fossero l'idea degli implementatori (pur molto preparati versante BC) non sarebbe per niente bene (imho)
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Re: Il futuro prossimo

Messaggioda roberto grassi » 16/10/2012, 16:23

Non so se questo sia il luogo più adatto per parlare di modelli decisionali, che riguardano poi i modelli organizzativi, e della filosofia dell’open source. Comunque.

Il progetto di sviluppo di Archimista è condotto con ruoli e responsabilità definiti: c’è chi dice “cosa fare” e chi stabilisce il come.
Il progetto funziona così: i committenti (Regione e Politecnico in collaborazione con Soprintendenza) raccolgono i suggerimenti sulle “cose da fare” che arrivano attraverso questo forum il quale è fatto apposta. I committenti rendono pubbliche le “cose da fare” che riusciranno a sostenere con le risorse disponibili. Se qualcuno ha qualcosa da aggiungere c’è il forum. Siamo in ascolto. E’ interesse dei committenti e della comunità professionale avere un prodotto il più possibile rispondente alle esigenze del lavoro.

Il “come fare” viene deciso da chi effettua lo sviluppo. Il rilascio del codice in corso d’opera, in questo contesto, non è ritenuto opportuno per i vincoli di budget e di tempo.

Le migliorie individuate dai committenti sono affidate dallo stesso soggetto che ha curato lo sviluppo. Eventuali moduli aggiuntivi saranno affidati successivamente, secondo modalità da stabilire determinate in base ai regolamenti di Ateneo.

Sui test allargati sono d’accordo con il moderatore. Anche se l’esperienza pregressa non ha fornito risultati entusiasmanti. In ogni caso all’interno di questo forum si possono raccogliere le adesioni per i test: i volontari facciano un passo avanti.

Per finire: le riflessioni che hanno accompagnato il parto di Archimista riguardano il gruppo di lavoro che ci ha lavorato, del quale faceva parte anche il moderatore. Era un gruppo di lavoro un po' a geometria variabile, molto nutrito ma chiuso. Chiuso non per difendere improbabibili segreti industriali ma per banali ragioni di praticità. Valutazioni e giudizi sulle dinamiche interne non mi sembrano appropriate.

Ora mi piacerebbe tornare a parlare delle “cose da fare”.

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Re: Il futuro prossimo

Messaggioda svassallo » 11/10/2012, 16:11

roberto grassi ha scritto:Mi pare che chiunque può collegarsi a Github, accedere al codice e metterci mano, nel rispetto della licenza. Le future migliorie saranno rilasciate con la stessa modalità.


ok, Let's try to explain

prendiamo uno dei software opensource per antonomasia (il kernel linux) che ha anche la peculiarità di avere una struttura decisionale molto rigida (decide uno cosa accettare cosa no, al massimo a essere larghi tre).

Il codice sorgente viene rilasciato in corso d'opera in maniera tale che tutti possono contribuire (con codice, ma anche con idee) al lavoro attuale, non solo al lavoro futuro.

Ma non si partecipa con solo codice, ma esperti testano e ritestano per evidenziare nuovi problemi etc.

Questo può essere utile farlo a progetto concluso, per nuovi moduli, ma imho ha molto più senso farlo prima, durante il lavoro.

Se vogliamo parlare di un progetto più vicino al mondo degli archivi basta buttare un occhio al modello di sviluppo di ica-atom o di archivesSpace.
Non parlo delle funzionalità, quelle dipendono da esigenze specifiche e dai finanziamenti, parlo di modello di sviluppo.

Quanto al “processo decisionale” non ho ben capito di cosa si tratti.

si tratta di dire X ha finanziato un modulo per fare a, b, c.
X pensava di farlo così che ve ne pare?
Ed essere pronti a ricevere delle note del tipo "è un troiaio" (cit. colta di un mio mentore), "meglio quest'altro", "occhio che una simile scelta potrebbe portare alla situazione Y", "manca questo" etc.
Critiche che, ovviamente, non saranno accettate in toto, ma che possono servire a modificare hic et nunc le scelte di chi decide (cioè di chi ci mette i soldi).
Ora e adesso, mentre ci si lavora. Non a posteriori quando ormai non serve più a nulla.

E questo processo decisionale, pur se la decisione spetta sempre e comunque a chi i mette i soldi, è trasparente, in pubblica piazza. Non via mail o via telefonate personali.

Non dico che sia l'unico modello di processo decisionale possibile dico che se un software si vuole fregiare dell'appellativo opensource (e non solo di avere una licenza opensource, sono due piani diversi) questo è il processo decisionale e quello (indicato prima) è il modello di sviluppo da seguire.

Non so se sia il modello migliore, ma sono abbastanza convinto che se avessimo scelto questo approccio nella fase che ha portato ad Archimista 1.0 avremmo cambiato diverse cose. Non parlo di feature mancanti che si sapeva mancanti già in precedenza (i soldi non sono infiniti), ma a scelte strutturali che sarebbero state evidenziate come sbagliate sin da subito e che forse, non è detto ne automatico, avremmo cambiato (mi vengono in mente i livelli di unità e sottounità, il riordino di quest'ultime, la gestione dei vocabolari, probabilmente anche il riordino in senso generale etc)
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Re: Il futuro prossimo

Messaggioda roberto grassi » 11/10/2012, 15:34

Mi pare che chiunque può collegarsi a Github, accedere al codice e metterci mano, nel rispetto della licenza. Le future migliorie saranno rilasciate con la stessa modalità.
Quanto al “processo decisionale” non ho ben capito di cosa si tratti. Stiamo parlando di quali attività effettuare? Di quali migliorie introdurre? Di quali moduli eventualmente sviluppare? In che modo farlo? Se è di questo “processo decisionale” che stiamo parlando, allora devo dire che la questione viene stabilita dagli enti committenti, nel caso specifico Politecnico di Milano e Regione Lombardia in collaborazione, naturalmente, con la Soprintendenza.
I quali committenti, per altro, si avvalgono delle positive sollecitazioni che sono emerse e che emergeranno da questo forum. Ma anche dai riscontri avuti nell’ambito della formazione. Ma anche dal contributo di singoli operatori di provata esperienza.
E infine il “processo decisionale” dei committenti terrà conto delle esigenze dei committenti medesimi, della prospettiva e del contesto in cui si muove la loro azione.
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Re: Il futuro prossimo

Messaggioda svassallo » 11/10/2012, 13:08

Una volta dissi che Archimista ha una licenza opensource, ma non è opensource.

Cioè significa che ha un modello di sviluppo a cattedrale (come tutti i software a sorgente chiuso)
Credo che ai colleghi, soprattutto quelli che hanno contribuito a animare attivamente questa parte del forum interessi anche questo.

Ossia se possono in qualche modo contribuire al processo decisionale e se questo è trasparente o devono solo "avere fede" perché noi (impersonale) sappiamo cosa è meglio per voi... ;)
Ultima modifica di svassallo il 18/10/2012, 0:52, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda roberto grassi » 11/10/2012, 12:22

Vari argomenti proposti dai colleghi all'interno delle tre aree di Archiviando dedicate all'Archimista, intervengono sulle migliorie necessarie (unità e sottounità, report ecc.). Piuttosto che rispondere minutamente rinvio ai post di "Archivi, storia, storie", tra cui questo: http://archiviestorie.wordpress.com/201 ... -prossimo/
Abbiate fede.
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