Taddeo ha scritto:Buongiorno a tutti
Mi perdonerà Salvatore ma continuo a non essere d'accordo nè sul principio nè sulla modalità di codifica.
Ritengo poi che non abbia alcun senso dire che la data "ante 1233" rimanda direttamente a Cristo o alla preistoria. Sembra che si ragioni come se a monte della data non ci sia alcuna altra informazione. In un inventario le introduzioni archivistiche e storiche contestualizzano i contenuti dell'archivio nonchè le sue date, ma queste sono cose ben note.
il tuo errore è tutto qui, correlare informazioni descrittive diverse è una cosa che fa l'uomo, ma che ad oggi non può fare la macchina (cioè ordinamenti e ricerca). Per la macchina una data ante 1933 come estremo remoto risponde positivamente a ricerche per documentazione coeva a cristo (in realtà anche coeva ai dinosauri).
Sì lo so, il computer è proprio stupido... ma per ora questi ci abbiamo
Se il problema è informatico, basta dire al sistema di riconoscere "ante 1233" come 31/12/1232. Così si risolve l'indeterminatezza ed in questo modo si possono rispettare gli ordinamenti cronologici e presentare datazioni archivisticamente corrette.
Poniamo per esempio di avere tre UA,
1)ante 1233 - 1234 gennaio 15
2) 1232 ottobre 10
3) 1233 marzo 16
Volendole ordinare per estremo remoto, con la codifica-macchina della data "ante 1233" = 31/12/1232, il sistema dovrebbe essere in grado di riordinarle nella sequenza 2- 1- 3.
il che a mio avviso è sbagliato se so che il limite estremo recente è fissabile al 31/12/1232 (ossia che non ci sono documenti precedenti) scriverò post 1232 non ante 1233... credo che chi scriva ante 1233 lo faccia proprio perché non sa se il limite si può fissare al 31/12/1232 o al 31/12/1222 o al 31/12/1200. No?
Sono abbastanza sicuro che se si scrive (erroneamente a mio avviso) ante 1233 si intende proprio che è presumibile che ci siano dei documenti ben prima il 10 ottobre 1232 (altrimenti, se fossi sicuro del contrario avrei scritto post 10 ottobre 1232).
Quello che noi chiediamo è che l'archivista si prenda una responsabilità e di darci due estremi chiusi e non aperti.
Poi nelle note potrà spiegare com'è arrivato a quella data.
Credo che in generale debba essere la macchina a piegarsi alle esigenze dell'archivista o del ricercatore e non viceversa.
Dipende se stiamo inserendo una data codificata o visualizzata. Secondo me stiamo inserendo una data codificata (per la macchina... ossia non a uso e consumo della macchina, ma per riordini e ricerca). Per l'utente umano ci sono altri campi descrittivi (note alla data) da sfruttare. Gli ordini costruiti da quel fesso del pc non sono in grado di "leggere" e intendere quei campi. Almeno al momento
Se dobbiamo poi dare a Cesare quel che è di Cesare, va detto che lo stesso Sesamo, pur nelle sue problematiche, era ed è in grado di gestire correttamente molti tipi diversi di date e abbreviazioni. Cito dal manuale della versione 4.1, p. 87:
[...]
Se si tratta di mera codifica, perchè non partire da qui, visto che sesamo lo si vuole superare?
E infatti usiamo proprio quella codifica e vogliamo superare Sesamo impedendo di inserire date che al fine dell'ordinamento e dalla ricerca siano indeterminate.
In un certo senso ribaltiamo il punto di vista di Sesamo che deduceva una data codificata da una visuale (con qualche bel grattacapo), facendo inserire direttamente (tramite l'interfaccia guidata) una data in forma "codificata". Nel fare questo ci assicuriamo che l'arco cronologico che viene disegnato sia un arco chiuso, cioè con un termine post quem e ante quem (ciò è vero anche per una data puntuale) in cui il secondo sia successivo al primo