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Cambio al vertice dell'AS di Venezia

MessaggioInviato: 31/01/2018, 0:49
da Sergio P. Del Bello
La Nuova Venezia, Vera Mantengoli

«Così ho custodito questo tesoro di carte portandolo nel web»

Raffale Santoro lascia la direzione dell’Archivio dopo 13 anni La sfida: «Digitalizzare i documenti e renderli accessibili»

Con i suoi 110 chilometri di scaffali l’Archivio di Stato di Venezia è il più grande d’Europa e sta sulle vette della conoscenza vicino a quello del Vaticano, di Londra e di Parigi. Il documento più antico, un trattato tra Venezia e l’Impero Carolingio, risale all’840 d.C., ma chi pensa che le sale che ancora oggi custodiscono la memoria della città siano vecchie, si sbaglia. Uno dei più grandi contribuiti che il direttore attuale Raffaele Santoro lascerà in eredità ai posteri, è infatti l’immensa opera di digitalizzazione che fa invidia a tutto il mondo.

Mercoledì Santoro, romano arrivato a Venezia 13 anni fa, andrà in pensione, lasciando il posto a Giovanna Giubbini dell’Archivio di Stato di Perugia. «Continuerò a seguire alcuni progetti iniziati, portandoli a termine» racconta camminando tra il labirinto di documenti dell’ex convento ai Frari «Lascio un grande lavoro avviato per digitalizzare i fondi, l’apertura di due sedi, una in Giudecca con l’archivio dell’Ottocento e l’altra a Mestre in Via Pertini con quello del Novecento. Chi arriverà seguirà il restauro di alcuni spazi che permetteranno in futuro di avere un’ala espositiva. Per uno come me che lavora in questo settore l’Archivio di Venezia è il massimo».

Oltre 100 mila documenti visibili in Internet, 500 mila consultabili nelle sale interne e decine di gigantesche mappe napoleoniche con i censimenti di Venezia e della gronda lagunare, realizzate con uno scanner enorme. «Quando sono arrivato non c’erano strumenti per accedere ai documenti con facilità» prosegue «Ora abbiamo un sito bilingue fatto dalla Normale di Pisa e una guida generale agli 850 fondi. Per me questa è una grande soddisfazione perché la conoscenza deve essere gratuita e accessibile a tutti». Qui si trova di tutto: dalla firma di Galileo Galilei alle accuse al filosofo Giordano Bruno, ma anche tantissimi trattati tra la Serenissima e il mondo islamici: «Sono soprattutto trattati di pace e di commercio»

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Nel 2016 lo Stato ci ha dato quasi due milioni per il restauro delle Sale Monumentali dove nascerà una sala espositiva, la Regione i fondi per la Giudecca. Se questo posto fosse aperto anche

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ai turisti l’Archivio potrebbe sostenersi, ma per arrivare a questo è necessario portare avanti un percorso per rendere autonomi gli archivi, questa è la grande sfida per il futuro che renderebbe giustizia a questo prezioso luogo della conoscenza».