OpenSIPA di Fabio Puglisi, 13/04/2015:
La FatturaPA svela la grande criticità della nuova PA Digitale
A qualche giorno dall’avvio della FatturaPA per tutti gli enti della P.A., si può iniziare a tracciare un primissimo feedback, per evidenziare le criticità rilevate, confermare o smentire quelle previste, e per analizzare l’efficienza, l’efficacia, l’economicità e la robustezza del sistema realizzato.
In realtà l’occasione può e deve servire per una analisi più generale che permetta di evidenziare alcuni punti critici delle scelte architetturali fatte nel disegno della rivoluzione digitale della PA.
Vediamo un po’:
Una prima considerazione va fatta per individuare quali sono gli attori che fruiranno dei benefici derivanti dall’introduzione della “FatturaPA”, e di contro chi invece subirà senza alcun beneficio tale strumento.
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Insomma luci e ombre. L’occasione deve servire invece, per guardare oltre o meglio al nocciolo del problema. Anche la FatturaPa come tutte le altre iniziative intraprese per la costruzione della nuova P.A. digitale risente dello stesso enorme problema: l’incapacità degli enti della P.A. di dialogare informaticamente tra loro. Già la sola modalità di dialogo sin ora adottata dovrebbe rendere chiaro lo scenario: in Italia e Tanzania si è optato per la PEC, nella restante parte del globo viene invece utilizzato, con successo, il sistema della interoperabilità e della cooperazione applicativa dei back end. In sostanza si stabilisce quali servizi (e in che modalità) ciascun attore della P.A. debba esporre o poter consumare, per consentire lo scambio di dati e informazioni e l’utilizzo degli stessi nella propria logica applicativa.
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