Da Il Fatto Quotidiano, di Claudio Sforza, 18/12/2014:
Posta elettronica certificata: addio alla ‘migliore riforma italiana dal dopoguerra ad oggi’
“E’ la più grande rivoluzione culturale mai prodotta in questo Paese” aveva detto, nella primavera del 2010, Renato Brunetta, allora ministro della Funzione pubblica e dell’innovazione nell’annunciare la sua idea di “regalare” a tutti gli italiani un indirizzo di posta elettronica certificata da utilizzarsi, però, solo ed esclusivamente, per dialogare con la pubblica amministrazione e, per questo, subito battezzato – per distinguerlo dalla sua sorella maggiore Pec, valida per ogni genere di comunicazione elettronica – Cec-Pac ovvero Pec del cittadino.
Prevedere che l’idea che l’allora ministro raccontava come “la migliore riforma italiana dal dopoguerra ad oggi” sarebbe stato un flop senza precedenti e sarebbe costato allo Stato – e, quindi, ai cittadini – decine di milioni di euro senza produrre alcun beneficio e senza rappresentare nessun passo avanti nella digitalizzazione del Paese era, obiettivamente, facile tanto che lo si era fatto, ad una manciata di mesi dall’avvio del progetto, proprio da queste colonne. ...