Messaggio da Archivi23 del 27/05/2009Date: Mon, 27 Apr 2009 13:31:05 +0200
From: "Santoro Raffaele"
rsantoro@beniculturali.itNel corso della seduta del 30 marzo scorso del
gruppo di lavoro sugli archivi della moda nel
'900 relativo al Veneto sono state avanzate
pesanti critiche all'operato di archivisti della
Sovrintendenza archivistica per il Veneto in
merito alle operazioni di vigilanza sugli archivi
di imprese operanti nel settore.
Tali critiche appaiono destituite di ogni
fondamento, non basate su alcun riscontro e prive
del necessario contraddittorio con il funzionario
responsabile che non aveva avuto, e di ciò aveva
dato preavviso, la possibilità di partecipare all'incontro.
Il funzionario stesso e la Sovrintendenza
ristabiliranno nelle sedi opportune la verità dei fatti.
Non per questo però che ho deciso di scrivere a
questo utilissimo foro di discussione.
Il fatto è che il verbale di quella riunione è
stato immesso in rete nel sito dell'Associazione
nazionale degli Archivisti, potenzialmente
consultabile da una platea di interlocutori anche
internazionale, senza alcuno spazio a
controdeduzioni, e senza alcuna problematicità.
Io mi domando, e domando ai partecipanti a questa
lista, se non sia arrivato il momento di
riflettere sul potere, che può essere usato in
modo antidemocratico ed illiberale , di chi
detiene le chiavi di sistemi informativi. I
responsabili di ogni organo di
informazione, compresi i siti web, devono
maneggiare con grande delicatezza le
informazioni da pubblicare, verificandole in
contraddittorio con i responsabili, senza inutili ostentazioni.
D'altro canto un sito di un'associazione
professionale ha delle responsabilità in più rispetto a siti del tutto privati.
Da comportamenti del genere comunque la sua autorevolezza appare compromessa.
La lettura di quel verbale, che consiglio, è del
resto molto indicativa della cultura politica ed
amministrativa alla base di certi comportamenti.
La dr.ssa Orefice, davanti a contestazioni di
cui nulla evidentemente sa, interviene, con
facies borbonica, dichiarando: - Scriverò al
Direttore generale -. Non al Sovrintendente
archivistico per il Veneto, se pur da poco
insediatosi, non al collega interessato, da cui
potrebbe aspettarsi chiarimenti, ma in prima
battuta all'autorità superiore, palesando una
concezione taumaturgica del potere abbandonata già nell'alto medioevo.
Noi, direttori ed archivisti imbevuti di cultura
liberale, nutriti delle letture di Charles-Louis
de Secondat de Montesquieu, Alexis de
Tocqueville, Karl Popper, abbiamo un diverso
concetto della pubblica amministrazione,
riteniamo che essa debba basarsi sul lavoro
comune e sulla partecipazione democratica di ogni operatore con pari diritti.
Il Sovrintendente archivistico per il Veneto
Raffaele Santoro