italyjournal.it, 10/1=72016, s.a.
Manicomi italiani: online archivio e cartelle cliniche di due secoli
Per la prima volta, su internet si possono trovare tutte le informazioni. E sono storie spesso di emarginazione o di personaggi scomodi messi così a tacere
E’ online la prima storia dei manicomi italiani. Si chiama ‘Carte da legare. Archivi della psichiatria in Italia’, il progetto del Mibact che, in un sito, rende per la prima volta disponibili i documenti relativi a due secoli di ospedali psichiatrici nostrani, dai primi del 1800 agli anni ’60 del Novecento. Ci sono cartelle cliniche, statistiche e diagnosi.
Micaela Procaccia, responsabile del progetto per la direzione generale degli archivi, dice: “Tutta la grande storia si conserva nelle cartelle cliniche dei manicomi. E sono uno strumento per interpretare la società”. Quello che emerge chiaramente è l’emarginazione sociale, culturale ed economica a cui vengono sottoposte le donne perché parlano troppo o sono affette da sensualità; ci sono i bambini trattati come matti perché vivaci e irrequieti; gli uomini con diagnosi politiche, etichettati come ‘mazziniani’ o ‘repubblicani’. Gente sana, insomma, che veniva rinchiusa a forza.
In particolare, le donne troppo erotiche, petulanti, impertinenti e ribelli venivano ricondotte alla ‘ragione’ con l’elettrochoc. Pure quelle con la depressione post partum. “La ribellione viene punita con una diagnosi di malattia mentale. Il mal d’amore coincide con la depressione per essere state lasciate. I manicomi sono stati anche strumento di contenimento, di controllo sociale, e ci finiscono spesso le categorie di persone che danno fastidio”.
C’è la storia di Viole Gibson, la donna che attentò alla vita di Benito Mussolini, internata in un manicomio della Gran Bretagna. Era considerata ‘pazza’ perché non aveva intenzione di avere figli e farsi una famiglia. I bambini, ribelli o scatenati, finivano in manicomio. E spesso appartenevano alle categorie sociali più povere. Ci sono anche altre storie: gli ebrei che si nascondevano per sfuggire alla persecuzione. Tra il 1918 e il 1919, specialmente in Veneto, tanti soldati vengono internati perché lo stress post traumatico viene scambiato per malattia mentale.