Guercio ANAI: archiviare significa non dimenticare

Guercio ANAI: archiviare significa non dimenticare

Messaggioda Sergio P. Del Bello » 20/04/2016, 0:44

MyTemplate, 05/04/2016, di Alessandra Ghinato

Archiviare significa non dimenticare

L’archivio è lo scrigno che custodisce la nostra memoria storica collettiva. Maria Guercio, presidente dell’A.N.A.I. – Associazione Nazionale Archivistica Italiana, parla di conservazione, fruizione, mancanza di risorse e di necessaria ma lenta digitalizzazione.

“Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla” è la frase del filosofo George Santayana incisa all’ingresso di un block di Auschwitz, come monito ai visitatori.

La dura lezione di una realtà innegabile e che irrimediabilmente stride con il raro coinvolgimento dato dai luoghi dedicati alla memoria. Agli occhi dei più, l’archivio appare come un luogo altro, ostico, di difficile accesso e di complessa consultazione, in cui il silenzio e l’aura emanata dai manoscritti costringono a una rispettosa distanza.
In occasione della rassegna “Ispirati dagli Archivi”, l’iniziativa che per una settimana apre le porte a moltissimi archivi della Penisola coinvolgendo la popolazione in un processo di conoscenza e riappropriazione della loro memoria, abbiamo posto alcune domande alla prof.ssa Maria Guercio Presidente dell’A.N.A.I. – Associazione Nazionale Archivistica Italiana.
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A.G.: Crede che il cartaceo possa essere completamente essere sostituito dal digitale? Quali sono i rischi e i benefici?
Maria Guercio: Non è tanto questione di crederci: il legislatore ha deciso senza prevedere alcuna condizione che questo passaggio completo al digitale avvenga. Naturalmente il rischio di grida manzoniane è sempre molto alto, tanto più in assenza di personale competente e di dirigenti preparati e consapevoli. I rischi sono, e li abbiamo già tutti abbondantemente sperimentati, legati a un ennesimo spreco di denaro senza che si ottengano risultati concreti. Su questo piano servono linee guida operative e reti di collaborazione. L’Associazione, d’intesa anche con l’Agenzia per l’Italia Digitale e con le Università, si sta muovendo in questa direzione. Ha creato un gruppo di lavoro, il G.I.A.D. (Gruppo Italiano Archivi Digitali – nda) che include la presenza di amministrazioni e privati, ma anche di professionisti soci dell’A.N.A.I., con il compito di promuovere conoscenza in questo ambito e produrre strumenti operativi per facilitare il passaggio al digitale senza penalizzare l’obiettivo prioritario di produrre, e quindi conservare, fonti in grado di essere mantenute nel tempo in quanto testimonianze affidabili.
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Sergio P. Del Bello
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