Più in generale, per Open Data si intende il formato “aperto” con cui le informazioni e i dati digitali possono essere trasmessi, distribuiti e scambiati "
on the Web".
Si tratta di un formato che - in un contesto di convergenza caratterizzato dalla digitalizzazione delle informazioni - permette di creare una rete basata su dati che siano accessibili, integrabili e interscambiabili.
Con l’espressione “
formato aperto” si fa riferimento alla completa accessibilità dei dati e delle informazioni attraverso la rete, in assenza di forme di controlli e restrizioni - come copyright e brevetti - che ne limitano l’utilizzo, l’integrazione e il riuso.
Più in dettaglio, affinché si possa parlare effettivamente di Open Data, è necessario che le risorse digitali presentino precise caratteristiche, dal punto di vista tecnico e delle logiche e dinamiche di accesso, utilizzo e riuso.
La comunità mondiale ha precisato il decalogo affinché i dati siano davvero “open”:
1- Completi.
I dati devono comprendere tutte le componenti che consentano di esportarli, utilizzarli on line e off line, integrarli e aggregarli con altre risorse e diffonderli in rete. È necessario indicara anche le metodologie di realizzazione adottate.
2- Primari.
Le risorse digitali devono essere strutturate in modo tale che i dati siano presentati in maniera sufficientemente “granulare”, in modo che possano essere utilizzate dagli utenti per integrarle e aggregarle con altri dati e contenuti in formato digitale.
3- Tempestivi.
Gli utenti devono essere messi in condizione di accedere e utilizzare i dati presenti in rete in modo rapido e immediato, massimizzando il valore e l’utilità derivanti da accesso e uso di queste risorse.
4- Accessibili.
L’accessibilità fa riferimento alla possibilità di fruizione e utilizzo delle risorse digitali “open” per tutti gli utenti, direttamente attraverso i protocolli Internet, senza alcuna sottoscrizione di contratto, pagamento, registrazione o richiesta ufficiale. I dati “liberi”, inoltre, devono essere trasmissibili e interscambiabili tra tutti gli utenti direttamente in rete.
A riguardo la comunità internazionale fa riferimento anche a dati non strutturati e in stato grezzo come componenti centrali di un modello Open Data. In ottica di “liberazione” delle risorse digitali, gli utenti devono essere in condizione di strutturare e lavorare i dati, con la possibilità di sviluppare nuove risorse digitali e diffondere informazioni e saperi.
Per la comunità scientifica che si occupa di Open Data, infatti, il presupposto per creare e diffondere conoscenza attraverso l’adozione di questo modello passa per l’accesso, il riutilizzo e l’interscambio da parte della collettività di dati e risorse non strutturate o di primo livello.
5- Leggibili da computer.
Per garantire agli utenti la piena libertà di accesso e soprattutto di utilizzo e integrazione dei contenuti digitali, è necessario che i dati siano
machine-readable, ovvero processabili in automatico dal personal computer.
6- Non proprietari.
In un modello “open” gli utenti devono poter utilizzare e processare i dati attraverso programmi, applicazioni e interfacce non proprietarie, aperte e solitamente installate su PC. Al contempo, i dati devono essere pubblicati e riusabili in formati semplici e generalmente supportati dai programmi più utilizzati dalla collettività digitalizzata.
7- Liberi da licenze che ne limitino l’uso.
Ai dati pubblicati in rete in versione “open” non possono sottendere copyright o diritti intellettuali, né tantomeno brevetti che possano limitarne l’accesso e soprattutto l’utilizzo e il riuso degli utenti.
Inoltre, i dati sono “aperti” se viene garantita agli utenti qualsiasi modalità di utilizzo, anche a scopi commerciali.
8- Riutilizzabili.
Affinché i dati siano effettivamente “liberi”, gli utenti devono essere messi in condizione di riutilizzare e integrare i dati, fino a creare nuove risorse, applicazioni, programmi e servizi di pubblica utilità per la comunità di utenti.
9- Ricercabili.
Un modello “open” dei contenuti in formato digitale deve assicurare agli utenti l’opportunità di ricercare con facilità e immediatezza dati e informazioni di proprio interesse, mediante strumenti di ricerca ad hoc, come database, cataloghi e search engine.
10- Permanenti.
Le peculiarità fino ad ora descritte devono caratterizzare i dati nel corso del loro intero ciclo di vita sul Web.
Link al modello della licenza "Open Data" per l'Italia, in sigla è detta "IODL":
http://www.formez.it/iodl/Come si fa open data, un manualetto in pdf a cura di Ernesto Belisario, Gianluigi Cogo, Stefano Epifani, Claudio Forghieri, aprile 2011:
http://www.asim.it/sw/Come_si_fa_Open_D ... _la_PA.pdf